Prospettive

Cantiere per Catania: ultimo appuntamento del Seminario di formazione

Con un partecipato evento conclusivo è giunta a conclusione, sabato 18 maggio presso l’Aula magna del Palazzo Centrale dell’Università degli studi di Catania, la seconda edizione del Seminario di formazione all’impegno sociale e politico.

A introdurre il Dott. Claudio Sammartino, coordinatore del Cantiere per Catania, che ha ribadito come la partecipazione sia stato il fil rouge che ha segnato l’intero seminario, seguendo il solco tracciato dai temi della 50a Settimana Sociale dei Cattolici in Italia. “Ci siamo occupati di economia ed economia del Sud, di trasporti e infrastrutture con Senn e Vittadini, ci siamo occupati di ambiente. Partecipare alla coltivazione dell’albero della democrazia, è una chiamata importante e individuale per partecipare alla costruzione della nostra democrazia.”

Il percorso sulla partecipazione ha ospitato illustri relatori di calibro nazionale e internazionale, da Leonardo Becchetti a Paolo Benanti, da Lanfranco Senn fino a Elena Granata che hanno portato il loro prezioso contributo e condiviso le loro esperienze e conoscenze. Inoltre, sono intervenuti attivamente anche figure di spicco del panorama socio-politico locale, inclusi rappresentanti delle istituzioni, e operatori sociali che hanno arricchito il dibattito con prospettive e testimonianze legate al nostro territorio.

L’ultimo appuntamento ha visto la partecipazione di Rocco Buttiglione, prorettore della Internationale Akademie für Philosophie; Carlo Colloca, docente di Sociologia dell’ambiente e del territorio presso l’Università degli Studi di Catania e Giuseppe Notarstefano, docente di Statistica economica presso LUMSA di Palermo.

L’incontro, moderato dal giornalista Giuseppe Di Fazio,  ha affrontato il binomio “Comunità e Partecipazione”, offrendo un’analisi approfondita su come la collaborazione e il coinvolgimento attivo possano trasformare le comunità e le istituzioni.

Buttiglione: riaprire un grande dibattito su che cos’è l’Europa

Il Prof. Buttiglione in incipit della sua relazione ha posto l’accento sul ruolo dell’Europa: “È necessario riaprire un grande dibattito su che cos’è l’Europa e perché bisognerebbe riformarla.” Successivamente, di grande rilevanza, durante la sua trattazione sono stati i temi della dimensione teologica della guerra e del ruolo della globalizzazione. La guerra sembra essere una condizione costante dell’umanità, mentre la pace rappresenta l’eccezione proprio per questo è richiesto un grande sforzo per mantenerla, “una grande quantità di energia”. Questo problema teologico si intreccia con la realtà contemporanea della globalizzazione, che richiede un ripensamento etico e politico. “Attualmente viviamo in un’epoca di globalizzazione caratterizzata dalla creazione di catene del valore limitate ai paesi amici, un fenomeno che sta favorendo la rinascita degli imperi. – continua il prof. Buttiglione – Al confine di questi imperi si ripetono i processi storici che hanno portato alle grandi guerre del passato.” Di fronte a questo scenario, è cruciale promuovere una globalizzazione che sia guidata da principi etici e politici solidi, per evitare la ripetizione degli errori del passato e costruire un futuro più pacifico.

Notarstefano: dove la democrazia è compressa, aumenta lo spazio per il conflitto

L’appello di Notarstefano sottolinea l’urgente necessità di rivitalizzare la vita democratica per garantire la pace. Per il professore palermitano “la pace non è semplicemente un’alternativa, ma una necessità vitale: dove la democrazia è compressa, aumenta lo spazio per il conflitto”. Pertanto, è fondamentale promuovere il dialogo sociale e coltivare una capacità di elaborazione culturale che possa mantenere unite le persone, creando un tessuto sociale coeso e resiliente contro le minacce alla pace, invitando ad “organizzare la speranza”.

Colloca: la mafia costituisce comunità educanti per quanto distorte, e noi?

A conclusione dell’evento la relazione, di grande impatto, del Prof. Colloca che ha disegnato con maestria l’attuale situazione sociale, politica e culturale del territorio Catanese.

Dalle sue ricerche condotte con altri colleghi di atenei europei ed esposte durante l’assemblea, è emerso chiaramente che parlare di partecipazione significa anche parlare della qualità della democrazia.

Colloca osserva inoltre che la mafia, paradossalmente, può costituire una vera comunità educante, sebbene in modo mafioso. “Si rivela assolutamente indispensabile, quindi, per contrastare queste influenze negative e risvegliare le comunità, proporre il concetto di “agopuntura urbana”: micro interventi mirati a rigenerare e rivitalizzare le aree urbane, che vadano a creare un tessuto sociale più sano e democratico.”

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