“Raccontare il territorio”: questo il tema del primo dei due seminari promossi dall’Ufficio per le Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi dal titolo “Comunicare oggi”.

L’incontro del pomeriggio di lunedì 6 maggio, al Museo diocesano catanese, è stato l’occasione per presentare ufficialmente il dorso Avvenire Catania: due pagine quindicinali attive come inserto di Avvenire dallo scorso febbraio, che dalla nascita hanno l’ambizione di essere un ulteriore strumento – come il nostro Prospettive – per raccontare la realtà locale, con uno sguardo volto a «valorizzare il bene che c’è». 

Alla discussione hanno partecipato il direttore del già citato Ufficio organizzatore, Giuseppe Di Fazio e la giornalista Daniela Pozzoli, caporedattrice di Avvenire e responsabile dei dorsi locali legati al quotidiano. Presente anche l’arcivescovo Luigi Renna.

Di Fazio: «Ringrazio pubblicamente Avvenire per aver preso sul serio il nostro tentativo di comunicazione»

«Vogliamo dialogare con voi su cosa significhi, oggi, fare buona informazione – introduce Di Fazio – in un tempo in cui la crisi della professione giornalistica, ormai minacciata dall’intelligenza artificiale, è sotto gli occhi di tutti».

Introducendo l’ospite, il direttore, che non nasconde i trent’anni trascorsi nella redazione de “La Sicilia”, commenta: «La qualità dei contenuti che porta Avvenire è rilevante, penso che sia anche questo il motivo per cui ha sofferto meno di altre testate una crisi nelle vendite. Ci sono tanti editorialisti di rilievo, inviati di guerra importanti, come il nostro conterraneo Nello Scavo – ospite del prossimo seminario, che si terrà sempre nei locali del Museo mercoledì 8 maggio alle 18 – che vanno sotto le bombe, a rischiare la vita, per raccontare ciò che solo chi sta lì può aver presente». «Voglio ringraziare pubblicamente Avvenire, nella persona di Daniela – continua Di Fazio – per le battaglie che, come quotidiano nazionale, porta avanti. Ma voglio ringraziarli anche perché hanno preso sul serio il piccolo tentativo di “comunicazione” che stiamo facendo a Catania, soprattutto con i giovani, aprendovi “una finestra”».

Daniela Pozzoli: «Avvenire Catania incarna l’espressione dell’informazione diocesana, che vuole essere capillare e territoriale»

«Proprio settimana scorsa – esordisce Daniela Pozzoli – ho tenuto un seminario all’Università di Verona e ho parlato della bellezza delle vostre pagine diocesane. Non lo dico per piaggeria: ci sono tanti dorsi e ognuno di loro ha i suoi meriti. Ma il vostro inserto – continua – incarna l’espressione dell’informazione diocesana, che vuole essere capillare e territoriale. Avete raccontato il tragico episodio dello stupro alla Villa Bellini di qualche mese fa, nei confronti di una ragazzina, concentrandovi non su quei pochi minori stranieri non accompagnati che purtroppo hanno subito devianze, ma su chi arrivato qui si mette in gioco e, ad esempio, oggi dirige un ostello» .
Poi, il riferimento alle pagine uscite domenica 5 maggio: «Il titolo in prima pagina parla della forte presenza degli stranieri in città, descrivendoli non come una minaccia, ma come “vicini di casa”. Una notizia girata in positivo, che racconta di un bene, e ce n’è tanto». 

Nel corso del suo intervento, la giornalista ha mostrato le pagine di tutti i dorsi diocesani affiliati ad Avvenire, descrivendo i punti di forza di ciascuno.

Sulle nuove frontiere dell’informazione, come l’impiego dell’IA nella creazione di articoli e la scelta delle foto, Pozzoli cita il lavoro sviluppato dalla redazione dell’Avvenire di Calabria: «Mi hanno messo alla prova proponendo due articoli, e chiedendomi di identificare quello scritto dall’intelligenza artificiale. Non sono riuscita a riconoscerlo».

L’arcivescovo Renna: «Una narrazione che fa emergere positività e ricchezza, attenta alla persona e al bene comune»

Dopo uno spazio di confronto con il pubblico, i saluti di monsignor Renna: «Il nostro territorio ha bisogno di una narrazione che faccia emergere la complessità, ma anche la positività e la ricchezza. Una narrazione attenta alla persona e al bene comune». «Sento di ringraziare Avvenire – ha aggiunto l’arcivescovo – non solo per le nostre pagine, che raccontano al territorio le storie di molti nostri confratelli, ma anche per il desiderio di far crescere la Chiesa attraverso la comunicazione». 

Il ciclo di incontri vede altresì la collaborazione del nostro giornale, di Avvenire, del centro culturale San Paolo e dell’omonima libreria.

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