“Il Cristianesimo è la religione dell’Evangelo, dell’annuncio, non dell’arcano, e nella storia ha cercato di utilizzare tutti i mezzi per comunicare la Buona Notizia. Perciò davanti all’Intelligenza artificiale evitiamo di sposare il catastrofismo”. Così l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna durante l’incontro su “Intelligenza artificiale, informazione ed educazione”, tenutosi il 24 gennaio nel Saloni dei vescovi a Catania. L’incontro, promosso dall’Ufficio Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi in occasione della Festa di San Francesco di Sales patrono dei giornalisti, ha visto la partecipazione di un nutrito gruppo di giornalisti televisivi, della carta stampata e dei siti online, nonché rappresentanti dell’Ucsi.
“Il nostro posto come cristiani – ha aggiunto l’arcivescovo, riprendendo il messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali 2024 – è nel divenire, perciò il nostro modo di rapportarci al tema dell’Intelligenza artificiale presuppone un lavoro per potenziare anzitutto la formazione di un nuovo tipo di umano, vogliamo potenziare l’antropologia, da qui può nascere una algoretica”.
Non sono mancati durante l’incontro testimonianze di docenti universitari e di giornalisti che da tempo utilizzano nel loro lavoro l’Intelligenza artificiale. Il direttore di Sicilian Post, Giorgio Romeo, per esempio, ha raccontato di come la sua testata sia riuscita a creare uno strumento che ottenere in automatico grafici che accompagnino e rendano più fruibile la lettura degli articoli. Ma nel dibattito non sono mancati gli esempi di come l’IA possa anche portare a un danno per la corretta informazione e alla vita delle aziende editoriali. “L’informazione – è stato detto – è un terreno privilegiato su cui si gioca la sfida dell’Intelligenza artificiale, perciò è importante difendere il lavoro giornalistico perché in questo modo si difende anche la democrazia”.
La conoscenza è stato ribadito può diventare un’operazione aritmetica, ma cosa ha a che fare questo tipo di conoscenza con la realtà e con la verità dei fatti?
Ricordando le guerre in atto, l’arcivescovo Renna ha segnalato il lavoro dei giornalisti sul campo, che ci danno una testimonianza non astratta del dolore: “Perché – ha detto, citando Papa Francesco – solo toccando con mano la sofferenza dei bambini, delle donne e degli uomini, si può comprendere l’assurdità delle guerre”.
Dal dibattito è emerso che l’IA può produrre frutti di bene se a usarla saranno essere umani e giornalisti responsabili, attenti a seguire la realtà, e la verità dei fatti, e rispettosi delle “persone in carne e ossa”. “Perciò – ha concluso l’Arcivescovo Renna – serve un lavoro educativo non indifferente in questo settore che deve vedere in campo anche i soprattutto i giornalisti”.
Alla fine, ci si è dati appuntamento per l’incontro del 16 marzo 2024, ore 10, alla Scuola Superiore dell’Università di Catania, per l’incontro promosso dal Cantiere per Catania, dall’Arcidiocesi e dall’Università con Paolo Benanti, presidente della Commissione governativa sull’IA per l’Informazione, sul tema “Intelligenza artificiale, democrazia e partecipazione”.