di Manuela Grasso
Ieri 27 dicembre al Seminario Interdiocesano di Catania alle ore 17 si è celebrata un’eucarestia speciale, all’interno della quale sono infatti stati conferiti i Ministeri del Lettorato e dell’Accolitato.
A conferire i Ministeri è stato il nostro Arcivescovo Luigi Renna, il quale durante l’omelia ha esortato, guidato e indirizzato i nuovi “discepoli”.
“A che cosa servono i ministeri?” – dice mons. Renna durante l’omelia -“Ad edificare la comunità. È un mistero sapere perché il Signore ha chiamato proprio noi. Perché è una scelta d’amore, irrazionale e sorprendente. Ciò che infatti può fare crescere un ministro è semplicemente l’amore”.
A ricevere il ministero del Lettorato sono stati Guido Angelo Licciardello, Clovis Kasongo Mukenga, Luca Papalino e Roberto Pappalardo, mentre a ricevere l’Accolitato Salvatore Arena, Alfredo Caltabiano, Nicolò Coco, Concetto Salvatore Scandura.Diversi i sacerdoti presenti per accompagnare con la preghiera l’inizio dei fruttuosi cammini. La celebrazione è stata animata dal Coro Missionario Santa Bernadette.
“Siete chiamati non solo a relazionarvi con Dio, ma anche con il popolo di Dio, voi edificate le comunità” – continua l’Arcivescovo – “Per questo ogni discepolo amato deve sapersi relazionare con gli altri, essere un uomo accogliente, affabile. Non si può essere ministro di Dio ed essere dei pezzi di ghiaccio, essere sdegnosi, ritirarsi dietro ad una visione di cassa del ministero. Se sei una persona che giudica e che si sente al di sopra degli altri diventi ministro dei precetti e ciò ha poco a che fare con l’annuncio del Vangelo. Voi uomini della Parola e dell’Eucarestia siete chiamati ad accogliere come accoglie Cristo. La comunione significa creare e avere dentro di sé la piena disponibilità a vivere da fratelli con gli altri. Chi non è fatto per la comunione e perl’edificazione del popolo di Dio si avvicina impunemente alla Parola e all’Eucarestia”.
Risuonano forti e dirompenti le parole del Vescovo che inevitabilmente ci portano a riflessioni profonde, nonché ad un rinnovato entusiasmo che ci spinge a fare sempre meglio.
La celebrazione si conclude fra gli abbracci e i sorrisi di amici e parenti dei ministranti, considerevolmente numerosi per accompagnare i loro cari in questo nuovo e “sorprendente” cammino.