La scuola paritaria sta cercando di far comprendere meglio il suo apporto al mondo della scuola di oggi in tutta Italia. Essa è parte del sistema nazionale di istruzione e svolge un importante ruolo di servizio pubblico che le deve ancora essere pienamente riconosciuto.
In Sicilia la situazione è ancora più difficile. C’è un immenso patrimonio che arricchisce il panorama educativo della Regione e domanda attenzione. Sono infatti 40 mila in Sicilia gli alunni delle scuole paritarie, molte di esse cattoliche o d’ispirazione cristiana e diffuse in tutto il territorio regionale, specialmente nei piccoli comuni o nei quartieri più disagiati dove è maggiormente sentito il bisogno di interventi a carattere sociale.
Se non sostenute adeguatamente queste istituzioni continueranno a chiudere e quel patrimonio educativo che molti istituti portano avanti, alcuni da oltre 300 anni, verrà disperso. Ne consegue che con la chiusura di queste scuole oltre 5.000 lavoratori siciliani della scuola, docenti e non docenti, non avranno più un posto di lavoro.
Preoccupati per questa situazione vorremmo sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema così importante ma in gran parte sconosciuto. Proprio per questo, dopo aver costituito l’Agorà della parità a Maggio, ci si è mossi per chiedere alle Istituzioni competenti degli incontri specifici atti a trovare soluzioni che permettano di avvicinarsi alla parità prevista dalla legge o che comunque riconoscano il loro prezioso valore nel panorama educativo regionale.
Il 31 u.s., i Presidenti delle associazioni dell’Agora della parità, si sono incontrati con l’Assessore dell’Istruzione e della Formazione Professionale, avanzando alcune istanze impellenti:
- l’incremento del contributo di gestione regionale per le scuole primarie e secondarie di primo grado, che continuamente viene decurtato anno per anno e che è nettamente inferiore rispetto alle altre scuole paritarie in Italia;
- l’estensione del contributo anche alle scuole secondarie di secondo grado fino alle classi dell’obbligo scolastico;
- verificare il capitolo di spesa dove poter inserire avvisi per le sperimentazioni didattiche
(come già avviene per le statali) anche nelle scuole paritarie
- l’incremento del contributo a favore dei soggetti con disabilità, per garantire la fornitura di specifici ed adeguati servizi di trasporto, di materiale didattico e strumentale, nonché dei servizi di assistenza specialistica previsti dalla legge n. 104/1992 e di assistenza igienico- personale;
- l’applicazione della legge regionale n.10 del 20 giugno 2019 sul diritto allo studio e, fino ad ora, rimasta sola sulla carta e che, invece, va applicata a tutti gli studenti compresi i 40 mila delle scuole paritarie
- il rifinanziamento della L.R. 2 ottobre 2002, n. 14 “Buono scuola” per garantire un adeguato sostegno alle famiglie a parziale copertura delle rette scolastiche; in coerenza anche con l’attuazione della L.R. 10/2003 “Norme per la tutela e valorizzazione della famiglia” e della L.R. 10/2019;
- il rispetto della tempistica nell’erogazione dei contributi previsti dalla legge che sono essenziali alle scuole per evitare crisi finanziare e gestire una corretta programmazione.
Il Dott. Turano, in concerto con l’Assessore al Bilancio ha assicurato di incrementare il contributo di gestione a 6 milioni di euro (ad oggi 4 milioni circa) cercando di continuare a farlo nei prossimi anni fino ad allinearci con gli standard delle altre Regioni.
Inoltre, consultatosi con i membri del suo staff, si è reso disponibile a verificare la possibilità di aprire gli avvisi delle sperimentazioni didattiche anche alle scuole paritarie (e non solo alle statali) e che accoglierà eventuali avvisi che le scuole paritarie potranno elaborare. Inoltre, con il Capo di Gabinetto, Dott.V.La Rosa si è impegnato a verificare se in tutti i Comuni il servizio di assistenza specialistica per gli alunni con certificazione, prevista dalla legge regionale n.10 del 20 giugno 2019, venga erogata effettivamente cosa che, purtroppo, non
risulta da una rilevazione fatta nelle scuole paritarie.
Il capitolo del Buono scuola o di altri strumenti analoghi (che potrebbero anche essere previsti dalla legge sul diritto allo studio L. R. n. 10 del 20 giugno 2019 ), erogato alle famiglie come strumento concreto che assicuri la libertà di scelta educativa, rimane un traguardo da discutere in altra sede perché potrebbe essere un passo avanti per dare alle nostre famiglie le stesse opportunità di cui già usufruiscono altre famiglie italiane, evitando di essere il “fanalino di coda” della nostra nazione.
Esprimiamo, comunque, il nostro apprezzamento all’Assessore e al suo staff per l’ascolto, la disponibilità e speriamo l’operatività di quanto condiviso