di Padre Deodato Mammana
Quest’anno la Veglia Missionaria, presieduta da Mons. Luigi Renna, è stata celebrata sabato 21 ottobre, alle ore 20.00, presso il Seminario Arcivescovile di Catania.
Il tema della Veglia è stato quello voluto da Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale: “Cuori ardenti, piedi in cammino”, che prende spunto dal racconto dei discepoli di Emmaus(Lc.25, 13-35). Quella dei discepoli di Emmaus è una trasformazione profonda: da tristi e smarriti perché Gesù era morto e ogni speranza era svanita a “cuori ardenti” per averlo ascoltato nello spiegare le Scritture e riconosciuto nello spezzare il pane, e “piedi in cammino” per correre e subito portare a Gerusalemme l’annuncio della risurrezione.
Alla processione di inizio, hanno partecipato, oltre all’Arcivescovo: padre Salvatore Guerrera, Fidei Donum in Tanzania; una famiglia di rientro e ancora in partenza come missionaria in Asia; alcuni di Missio Giovani Catania, che hanno portato all’altare cinque lumini, uno per continente, e cinque paia di scarpe, per simboleggiare che dal Cristo Risorto attingiamo la Luce che siamo chiamati a portare fino agli estremi confini della Terra.
I testi della Veglia, alternati ai canti (sia in lingua italiana che in congolese), sono stati lo spunto per riflettere sulla necessità di conoscere la Scrittura e partecipare all’Eucaristia, perché solo Gesù può illuminare, trasformare e far “ardere i cuori” e, come naturale conseguenza, mettere “in cammino”, per condividere l’annuncio.
Nelle due brevi testimonianze, p. Guerrera e la famiglia missionaria in Asia hanno raccontato com’è nata la loro vocazione alla missione e come la consapevolezza del grande amore di Dio, che ci ama così come siamo, abbia fatto nascere in loro il desiderio di mettersi a servizio di tutti, con umiltà e senza pretese, perché solo la donazione di sé può dare senso alla vita.
L’Arcivescovo, nella sua omelia, ha invitato i presenti a vivere con coerenza la propria fede e a condividere con gli altri la gioia dell’incontro con il Signore. Ha indicato lo stile che devono avere i nostri piedi in cammino: stare con la gente, camminare con il passo della gente, condividere le fatiche e le sofferenze degli altri in semplicità e povertà.
Oggi, in un’Italia con le Chiese svuotate, anche il nostro Paese è diventato Terra di missione, ma questo non vuol dire che non sia necessario continuare ad andare ad gentes, per incrementare lo scambio missionario. E poiché tutti i battezzati possono contribuire all’azione missionaria (con la preghiera e le opere, con offerte di denaro e di sofferenze, con la propria testimonianza), a tutti è stato conferito il mandato missionario con la consegna di una pergamena.