di Giuseppe Adernò
Con la benedizione delle palme e dei ramoscelli di ulivo, presso la Basilica Collegiata e la festosa processione verso la Cattedrale, inizia la Settimana Santa, che prepara alla solennità della Pasqua. Il colore rosso dei paramenti esprime l’esultanza dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme acclamato con il festoso: “Osanna al Figlio di Davide”.
Come ha detto l’Arcivescovo, Mons Luigi Renna, nell’omelia: “Nel gesto di scegliere come cavalcatura un umile asino, mansueto, che non è certo un segno di potere regale, ma di mitezza, Gesù indica che Egli è re, ma di pace, che governa i nostri cuori con la tenerezza e la pietà”.
All’insegna della mitezza, che apre il cuore alla solidarietà e all’attenzione verso i deboli, ci si prepara al triduo pasquale che, come dice San Giovanni Crisostomo sono giorni in cui si verificano “beni ineffabili: si è conclusa la lunga guerra, è stata estinta la morte, cancellata la maledizione, rimossa ogni barriera, soppressa la schiavitù del peccato”.
Nella liturgia eucaristica, la lettura del “Passio”, secondo Matteo, ripercorre l’iter del cammino verso il Calvario, raccontando del tradimento di Giuda per trenta denari, il rinnegamento di Pietro, i supplizi e le offese dei soldati, la morte in croce, la dichiarazione di fede del centurione: “veramente quest’uomo è figlio di Dio”.
L’abbandono di Gesù nella solitudine della croce, diventa monito costante a non rimanere schiavi dell’indifferenza e la Pasqua diventa anche occasione per portare un raggio di serenità e di speranza nei cuori dei tanti poveri che dormono tra i cartoni nelle strade, dei carcerati, degli anziani che soffrono il dramma della solitudine, degli emigranti in cerca di nuove prospettive, delle famiglie che vivono il dramma della guerra e le conseguenze del tragico terremoto.
L’Arcivescovo nel corso della settimana celebrerà la Via Crucis presso la Casa circondariale di Bicocca e la prima messa nel giorno di Pasqua sarà celebrata presso la Casa circondariale di Piazza Lanza, portando così un segno concreto di vicinanza e di solidarietà della Chiesa di Catania.
Le intense e ricche giornate della settimana santa scandiscono le ore della Passione, che inizia con l’ultima cena, sacramento del dono e del servizio, e giunge alla gioia luminosa della Risurrezione e l’incontro con il Risorto.
Il passaggio dalla morte alla vita.
Che ogni gesto sia segno di pietà e di tenerezza, ha concluso l’Arcivescovo, pronunziando con forza e tenacia un più volte ripetuto “Sempre, Sì sempre”.