di Don Agrippino Salerno
“Le Confraternite non sono un relitto del passato, ma una realtà viva di oggi. Non si percepiscono come un retaggio di un mondo che non c’è più, ma vogliono essere protagoniste della nuova evangelizzazione”. A questa importante affermazione espressa il 5 ottobre 2022 dal III Forum delle Confraternite a Nizza (Francia) vorrei agganciare la presente riflessione per evidenziare alcuni aspetti salienti del cammino sinodale che le Confraternite della nostra Arcidiocesi stanno vivendo in questo tempo di rinnovamento.
Le Confraternite, grazie al cammino sinodale, stanno riscoprendo e valorizzando il proprio “essere” ed “esserci” nella storia civile ed ecclesiale del nostro tempo: l’associazionismo fu una esigenza che i primi cristiani sentirono per realizzare la fratellanza e la piena comunione di amore con Cristo secondo il principio evangelico: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). Nel corso dei secoli, hanno rivestito costantemente un ruolo importante di verifica sulla propria fedeltà al Battesimo e alla vita cristiana esplicitandosi nell’impegno degli stessi scopi statutari: la missionarietà, la pietà, il culto e l’esercizio della carità.
Il Concilio Vaticano II ha apportato novità e profondo cambiamento, offrendo i presupposti ecclesiologici adeguati ad una nuova comprensione del diritto di associazione. Sarà poi l’Esortazione Apostolica post-sinodale “Christifideles laici” di S. Giovanni Paolo II del 30 dicembre 1988, al n. 30, a rilasciare i criteri fondamentali per il discernimento delle aggregazioni di fedeli laici nella Chiesa: “Favorire e promuovere una vita più perfetta. Le associazioni debbono essere strumenti di santità per i loro membri”. Ciò viene verificato dalla loro fedeltà verso il Signore e dalla docilità allo Spirito Santo, quindi dall’uso di mezzi di santificazione concordi con la dottrina, la disciplina e la tradizione della Chiesa con la promozione del culto pubblico. Le opere di “carità” sono un altro fine istituzionale”. Lo stesso Concilio vuole che la formazione alla vita cristiana sia sempre contrassegnata da una adeguata educazione alla carità e che questa virtù sia sempre perseguita e praticata.
Fatta questa debita premessa riferisco quanto le Confraternite del XIII Vicariato hanno vissuto nell’incontro sinodale dello scorso 16 Marzo, presso il Piccolo Seminario di Biancavilla insieme al nostro Arcivescovo Mons. Luigi Renna che ha avviato l’assise invocando sui presenti lo Spirito Santo, per aprire le menti all’ascolto della Parola e per stimolare i cuori alla vera conversione rendendoci docili a quanto lo Spirito stesso ci suggerirà per il futuro impegno delle Confraternite in seno alla Chiesa.
La Parola del Vangelo di Lc 6, 51-62 e il discorso del Santo Padre Francesco ai rappresentanti della confederazione delle confraternite delle diocesi d’Italia sono stati ripresi dalla catechesi dell’Arcivescovo che ha richiamato l’importanza del dono del Battesimo e dell’identità specifica dei Confrati: “Convocati da Cristo a servire con la Chiesa nell’edificazione del Regno di Dio”. Per perseguire questo fine, Mons. Renna ha sottolineato l’importanza della moralità del confrate, che sa prendere le distanze da ciò che non è conveniente alla comunione e all’immagine stessa della Chiesa.
Le esortazioni evangeliche: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli; Camminate nella luce, credete nella luce, e sarete figli della luce”, spinge il confrate laico ad intraprendere esigenti cammini di promozione e di conversione, verso una maggiore consapevolezza e partecipazione alla vita della Chiesa.
Importante la figura degli assistenti spirituali che, accompagnano il cammino confraternale, esortando i confrati, alla consapevolezza del proprio ruolo di testimonianza soprattutto nella famiglia, nella professione e nella vita sociale. Il Confrate non sdoppia la propria vita ma si impegna ad essere fiaccola ardente che rende luminosa la Chiesa.
Dopo la catechesi dell’Arcivescovo, significativo è stato il momento dei sette gruppi sinodali, dove tutti hanno avuto la possibilità di “ascoltarsi e narrarsi” attraverso una semplice pista di riflessione composta da 4 domande: 1) Come ho ricevuto questa devozione? 2) Cosa mi ha spinto ad entrare nella mia confraternita? 3) Come vivo la mia devozione? 4) Cosa chiedo alla mia Parrocchia?
Questa fase di ascolto, partita “dal basso”, ha costituito il cantiere sul quale i Confrati si sono messi in atteggiamento di discernimento per aprirsi alle nuove vie che lo Spirito Santo suggerirà per il futuro cammino delle Confraternite in sinergia alla Parrocchia e nel più ampio respiro diocesano secondo le direttive della Chiesa universale.
L’Arcivescovo impartendo la Benedizione conclusiva ha incoraggiato la via del discernimento: “discernere è un atto importante che riguarda tutti, perché le scelte sono parte essenziale della vita”, ed ha sottolineato la buona volontà di tutti a sentirsi uniti in Cristo per pregare e operare con gioia: “Abbiate cura di avvertire sempre in mezzo a voi la presenza di Cristo e di Maria e di Santi. Questa presenza è significativa e importante, perché la comunione con loro aiuta a meditare nel raccoglimento la Parola di Dio e a scoprire più chiaramente il senso della vita, ad accrescere la fede e a realizzarla mediante l’apostolato, l’esercizio della carità e le opere di misericordia”. Il momento sinodale si è concluso con l’augurio di camminare sulle orme di Cristo, camminare insieme, e camminare in comunione annunciando il Vangelo.