di Giuseppe Adernò
La “Locanda del Samaritano” ha ospitato l’incontro promosso dal “Centro attività culturali del Mediterraneo” (Cenacum), sul tema: “La Bellezza, la cultura, la carità e la sobrietà. Cosa salverà il mondo?”
Nell’introdurre i lavori la presidente, prof.ssa Rosalba Panvini ha motivato la scelta del titolo che aggrega valori morali, sociali, spirituali ed etici ed ha ringraziato per l’ospitalità, Padre Mario Sirica, direttore della Locanda, qualificato centro di generosa accoglienza e segno concreto di carità nel territorio catanese.
Il moderatore Pierluigi Di Rosa, direttore del gruppo Edipress, ha coordinato gli interventi e la prof.ssa Loredana Cardullo, docente di filosofia all’Università di Catania, ha costruito la cornice dei quattro valori indicati nel titolo, parole che come pietre tracciano un cammino da seguire che sono anche “farmacon” medicine per guarire e veleni, se non ben applicati.
La virtù della Carità e della Sobrietà che si collega alla Temperanza, costituiscono la terapia e l’etica della cura che produce la Bellezza che, come sostenevano i greci, diventa sintesi del bello e del buono.
I riferimenti ai filosofi: Socrate, Platone, Aristotele, Sant’Agostino, San Tommaso e Kant, Plotino, che la prof. Cardullo ha citato costruiscono le fondamenta della “società della conoscenza” che si alimenta di cultura, di verità e di bontà in una dimensione olistica che intreccia valori estetici e morali. La vera bellezza che salverà il mondo è, infatti, la bellezza interiore che si legge con gli occhi della mente e si traduce nel “prendersi cura” degli altri, della società e del mondo.
Il salesiano maltese Don Charles Cini, citando più volte Giorgio La Pira ha riproposto il messaggio che i Padri Conciliari hanno consegnato agli artisti indicando nell’arte l’epifania della bellezza, che impegna ciascuno a “fare della propria vita un’opera d’arte”.
Il mecenate e artista Antonio Presti ha testimoniato con le opere realizzate il valore sociale ed educativo dell’arte, che suscita stupore, meraviglia e rispetto.
Fiumara d’arte a Tusa, la Porta della Bellezza a Librino, la costruenda “Porta delle Farfalle”, messaggio educativo che non si deve restare sempre bruchi, e il “Cavallo alato”, espressione del sogno e della capacità di sognare, costituiscono la via del dono, concreti “monumenti” di cultura e di bellezza, patrimonio da custodire e proteggere.
In un’ottica di solidarietà e di inclusione sociale l’intervento di protezione dei beni culturali, secondo il progetto di Antonio Presti, potrà coinvolgere i ragazzi down ed i carcerati in un processo di graduale azione di recupero e di reinserimento nella società civile.