L’Arcivescovo Mons. Luigi Renna incontra il Cammino Neocatecumenale in Cattedrale, dove sono presenti anche l’attuale equipe responsabile del Cammino in Sicilia e Calabria, proveniente dalla Parrocchia Martiri Canadesi di Roma e il responsabile dell’equipe Mattia Del Prete per esporre la realtà del Cammino.
Si è ricordato che l’esperienza del Cammino Neocatecumenale, proposta da alcuni presbiteri e catechisti provenienti da Roma, arriva a Catania nel 1971, nella Parrocchia di San Leone Vescovo, con l’allora Parroco P. Pippo Pappalardo.
Oggi è presente in Diocesi, in 20 Parrocchie, con 118 comunità e la partecipazione di circa 4.200 fratelli.
L’incontro si è svolto con grande partecipazione e la Cattedrale era gremita. Notevole la presenza di giovani e famiglie, con numerosi bambini.
Mons. Luigi Renna, dopo essersi rallegrato per la recente apertura della causa di beatificazione di Carmen Hernandez, iniziatrice, insieme a Kiko Arguello, del Cammino Neocatecumenale, ha ascoltato le esperienze di conversione e scoperta della fede di alcuni giovani e famiglie. Ha mostrato grande cordialità, disponibilità e partecipazione.
E riflettendo sulla prima lettera ai Corinzi, appena letta, si è soffermato sulla “croce, vera sapienza di Dio, dove Egli manifesta sé stesso nella debolezza. Il Signore nel mondo ha scelto i deboli per confondere i forti e i sapienti. Persino nel mistero del Natale c’è l’ombra della croce”.
Un bambino avvolto in fasce viene deposto in una mangiatoia, che potrebbe prefigurare la tomba. Tutto nel mistero del Natale ci parla di Dio che è venuto ad incontrare la debolezza degli uomini.
Il cammino permette la riscoperta del dono del Battesimo che si realizza attraverso l’ascolto della Parola di Dio, la Celebrazione Eucaristica, la comunione fraterna, alla luce dell’amore di Dio.
L’Arcivescovo, continuando, esorta soprattutto i giovani a “non stancarsi e a non abbandonarsi alle tentazioni, perché anche se il Signore ci sembra lontano in realtà cammina insieme a noi, perciò non bisogna avere paura”.
Raccomanda l’umiltà perché in molti serpeggia una malattia spirituale: il sentirsi superiori agli altri per aver fatto un cammino di fede
Ha poi dato una parola di incoraggiamento e di indirizzo, come Pastore, esortando a proseguire il proprio itinerario di formazione cristiana grati per i doni ricevuti e forti nelle difficoltà, consapevoli di far parte del “piccolo gregge” di Cristo, vivendo pienamente il cammino sinodale della Chiesa e, infine, ad essere “sale”, cioè entrare con coraggio nel tessuto della nostra società e della stessa vita ecclesiale.
A conclusione con un canto di bambini sono stati presentati gli auguri di Natale all’Arcivescovo.