di don Giuseppe Longo
Lo scorso Sabato 10 dicembre l’Amministrazione Comunale di Adrano, guidata da Sindaco Fabio Mancuso, ha consegnato all’Arcivescovo Mons. Luigi Renna la cittadinanza onoraria.
Nella sala consiliare, gremita da rappresentanze delle realtà civili e religiose, il Sindaco accoglie e ringrazia l’Arcivescovo per la sua presenza, non episodica, ad Adrano, ricordando la bella esperienza della Pentecoste dei giovani ivi celebrata, ed, inoltre, presenta la parte viva della cittadina e coloro che lavorano per la rinascita sociale e culturale del territorio, citando: gli amministratori comunali, il dott. Paolo Leone, che guida il Commissariato di Polizia, l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza, il Corpo della forestale, le confraternite, i volontari, i donatori di sangue.
Ed, ancora, vengono presentate alcune famiglie afgane, che hanno lasciato la loro terra e adesso gioiscono per la nascita di una bimba, e l’hub alimentare per far fronte alle necessità anche dei territori vicini, come Biancavilla.
Nel suo escursus conoscitivo il Sindaco indica una coppia di coniugi, Mimma e Franco Coco, che in una sera d’estate alla villa con coraggio sono riusciti a liberare una bimba aggredita brutalmente da un cane; un centista diplomatosi quest’anno, Francesco, portatore di disabilità; il sostituto Commissario Nicolò Romano che è ad Adrano da più di 20 anni, a quale va il merito di combattere la mafia.
Continuando Fabio Mancuso legge la delibera 239 del 1° dicembre 2022 con la quale si conferisce all’Arcivescovo la cittadinanza onoraria, con le seguenti motivazioni: Mons. Luigi Renna ha dimostrato sin da subito i valori umani della solidarietà e dell’aiuto al prossimo soprattutto a sostegno dei più deboli e bisognosi. Ha sempre richiamato l’attenzione dei responsabili della società civile e le istituzioni pubbliche verso le problematiche del lavoro, della povertà e dell’esclusione dei migranti, al fine di creare una comunità sociale accogliente e inclusiva. Ha mostrato atteggiamento dialogante, costruttivo e di paterno ammonimento per promuovere occasione di sviluppo sociale e civile. Per la comunità adranita con la sua azione pastorale è diventato punto di riferimento per la crescita morale e religiosa dei nostri giovani.
Consegnano la cittadinanza onoraria due ragazzi afgani.
L’Arcivescovo ringrazia l’amministrazione comunale per questo riconoscimento, e soprattutto perché a consegnarglielo sono stati questi ragazzi che cercano la cittadinanza, augurandosi che possano essere riconosciuti cittadini italiani quanto prima.
“Mi ha colpito – ha detto Mons. Renna – la ricchezza di storia, la tenacia di questo popolo e il desiderio continuo di crescita. Un popolo che ha lottato e sta lottando, grazie anche alle forze dell’ordine dello stato, il nemico della nostra felicità, del nostro buon nome e del nostro sviluppo, la mafia. Quante famiglie hanno pianto a causa della mafia, anche all’interno delle stesse famiglie malavitose, persone che fanno male a sé stesse e agli altri. La mafia è il nemico del nostro sviluppo perché incute grande timore nell’avviare nuove attività. Tante volte il nome della Sicilia non è unito alla bellezza ma alla mafia, che è opera del demonio. E chi le presta il fianco è entrato nelle spire di quel serpente che vuole stritolare anche la parte sana della società”.
La denuncia, dovere di un Vescovo, si alterna all’annuncio, il quale deve trovare nella comunità ecclesiale un ambiente vivo ed educativo. Quando si indirizza un ragazzo sulla via della scuola e gli si assicura tutto ciò che gli permette di crescere culturalmente gli si dà la possibilità di un futuro, sottraendolo a tutto ciò che può ridurre la propria dignità.
“Molte nazioni – continua Mons. Renna – sono multietniche perché hanno saputo fare della diversità non un ostacolo, ma una risorsa. Il futuro è un villaggio globale dove ci sia la libertà di partecipazione, la libertà religiosa, la libertà di pensiero. Noi quando guardiamo dietro la bandiera italiana vediamo una costituzione che assicura queste libertà”.
Poi l’Arcivescovo, ritornando agli anni della sua formazione, ricorda don Tonino Bello, che ha insegnato a lui e a tanti altri quel binomio: stola e grembiule. La stola è si paramento sacro, ma ritagliata dal grembiule che Gesù ha indossato nella lavanda dei piedi.
A conclusione Mons. Renna, prendendo ad esempio un testo antichissimo, la Lettera a Diogneto, cita le espressioni: “i cristiani né per paese, né per lingua, né per veste si distinguono dagli altri uomini”, cioè i cristiani vivono con gli altri, vestono come gli altri, parlano come gli altri, non hanno una città esclusivamente cristiana diversa da quella degli altri.
“Abitano ciascuno la propria patria ma come stranieri. Partecipano a tutto come cittadini e si adattano a tutto come stranieri. Ogni terra straniera è per loro patria, ogni patria è per loro terra straniera”.
Nel Dna del cristiano c’è l’accoglienza di tutti, riconoscendo che la città di Adrano ha fatto tanti passi aventi verso l’inclusione sociale.
A conclusione l’Arcivescovo, accompagnato dal Sindaco, ha visitato la villa comunale dove era allestito un artistico presepe ed un’area ricreativa con qualche mercatino natalizio.