di don Giuseppe Longo
Nei due anni precedenti a dettare le regole per l’espressione popolare della devozione a Sant’Agata è stata la pandemia, nell’edizione 2023 della festa in onore della Vergine e martire catanese è toccato a Mons. Luigi Renna tracciare le linee comportamentali del vero devoto, durante una conferenza stampa lo scorso 6 dicembre.
Razionalità ed empatia sono state le direttrici che hanno guidato il discorso dell’Arcivescovo.
La razionalità ci fa vedere il bene e ciò che ci fa camminare sulla via della giustizia. L’empatia ci permette di camminare insieme e volerci bene.
Infatti “l’importante è camminare insieme senza cercare il protagonismo, perciò bisogna che tutti abbiano lo stesso passo per evitare di essere un gregge sparso senza alcun ordine. Tutti di fronte a S. Agata siamo uguali. Quando si è in tanti per ottenere unità e ordine c’è bisogno di regole per rendere bella la festa della martire catanese”.
Come bisogna imparare dagli errori commessi per non ripeterli, così si deve trarre una lezione anche dagli eventi nefasti della storia per evitare di restare prigioniero del passato.
Col pensiero l’Arcivescovo è tornato al periodo della pandemia, con i tanti devoti di S. Agata morti per covid da ricordare nella Messa dell’Aurora, e al lockdown, “che ci ha insegnato tre cose: la prima l’unità, rafforzata dallo stare insieme nella propria famiglia e dal rispetto delle regole per evitare il contagio da parte di tutti.
Secondo, abbiamo imparato l’essenziale della fede, anche se non si è potuto svolgere la processione di contro abbiamo potuto pregare anche interiormente.
Terzo, non si può rimanere uguali al passato, bisogna sempre cambiare per renderci migliori. Invece, purtroppo, non abbiamo imparato nulla dalla pandemia perché quelli che non sono morti per il covid stanno morendo per la guerra tra Russia e Ucraina”.
Un severo rimprovero Mons. Renna ha rivolto a quanti fanno scommesse sull’orario del rientro delle reliquie di S. Agata, perché questo è un oltraggio alla fede e la benedizione di Dio non scenderà su costoro. Chi con le scommesse volesse sfruttare S. Agata per i propri loschi fini, non riceverà la benedizione di Dio.
La legge va rispettata, perché dietro la legge c’è la pulizia del cuore.
Durante la visita di alcune persone agli arresti domiciliari, uno di loro ha espresso il suo rammarico nel non poter indossare il sacco per altri tre anni, invitando l’Arcivescovo a riferire ai fratelli che “il sacco si porta con la coscienza pulita altrimenti non serve a niente”.
La devozione non si vede dalla grandezza del proprio cero ma dalla sincerità del cuore.
“Ho voluto – continua Mons. Renna – che il Velo fosse portato a Librino perché desidero che i luoghi più periferici siano quelli dove possa scendere la benedizione di Dio”.
Tutti i soldi raccolti andranno per il restauro e l’apertura di una struttura per le donne in difficoltà, gestita dal Centro Astalli e dai Missionari vincenziani.
E che la Festa di Sant’Agata si possa svolgere nel rispetto delle regole è stato l’auspicio del Prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi. “Si sono iniziate già a fine novembre le riunioni – ha detto – per essere pronti in anticipo dal punto di vista organizzativo, con tutte le misure necessarie a garantire un corretto svolgimento delle celebrazioni agatine”.
Il compito di illustrare dettagliatamente gli eventi liturgici in onore della Santa Patrona catanese è toccato al parroco della Cattedrale mons. Barbaro Scionti, che con un pizzico di emozione ha dimostrato viva soddisfazione per la possibilità di rivivere quel mix di emozioni nelle celebrazioni liturgiche che la tradizione ha affidato alla storia attraverso l’espressione di fede dei tanti devoti di tutti i tempi.
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La dott.ssa Mariella Gennarino, Presidente del Comitato per la Festa di Sant’Agata, ha espresso la propria felicità di tornare alla normalità, in tal modo si spera di dare ai devoti la possibilità di stare più vicini alla Santa Patrona. Parlando del ritorno alle tradizionali processioni esterne, ha presentato il programma degli eventi culturali concomitanti.
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La stessa espressione di felicità era impressa sul volto del Commissario Straordinario di Catania, dott. Federico Portoghese ribadendo di sentire il peso della responsabilità, perché per la prima volta deve rivestire l’importante ruolo di attore comprimario nella gestione dei festeggiamenti in onore della Santa Patrona.