di Febronia Lamicela
La venerazione riservata alla Vergine Immacolata nella nostra città è assai antica ed è legata – come del resto in tutta la Sicilia – alla presenza francescana.
A Catania i frati giunsero nel 1225, ancora vivente Francesco d’Assisi il quale cantava nel suo saluto alla Beata Vergine Maria:
“Ave Signora, santa regina,
santa genitrice di Dio, Maria,
che sei vergine fatta Chiesa[…]
Ave, suo palazzo,
ave, suo tabernacolo,
ave, sua casa.
Ave, suo vestimento,
ave, sua ancella,
ave, sua Madre.”
Passerà circa un secolo (1329), dopo alterne vicende legate alla complessa situazione politica della città, prima di vedere edificata nell’attuale Piazza S. Francesco d’Assisi e sulle rovine dell’antico Tempio di Minerva, la Chiesa con l’annesso convento francescano.
Fu la Regina Eleonora d’Angiò, che riposa tra le volte del Santuario dell’Immacolata, a donare ai frati la nuova sede e diventando essa stessa francescana dopo la morte del marito Federico III d’Aragona.
Pochissimi sanno che la pia Eleonora donò ai frati del convento anche la reliquia di una Sacra Spina e quattro pezzetti del legno della Santa Croce, custoditi insieme in un prezioso reliquiario d’argento che – dicono i documenti – veniva portato in processione per le citta con una “festa solennissima”.
Il sensus fidei del popolo di Dio venerava sin dai primi secoli la Madre di Dio come tutta pura, tutta santa, tutta bella e anche a Catania il Vescovo francescano Giovanni Pesci nel 1439, in un periodo turbolento per la storia della Chiesa universale e locale, presumibilmente in occasione del Concilio di Basilea, si pronunciò a favore dell’immacolato concepimento di Maria
Siamo nel periodo di fondazione del Siculorum Gymnasium (1434), la nostra Università, la più antica di Sicilia, alla quale venne aggregato il Regio Convento di S. Francesco che diede all’ Ateneo etneo durante i secoli XV e XVI numerosi docenti religiosi e secolari. Il legame con l’Università divenne più profondo durante il Seicento proprio grazie alla venerazione della Vergine Maria con il titolo di Immacolata.
Ma andiamo per ordine.
Nel 1643 la devozione popolare coinvolse anche le autorità civili: nel febbraio di quell’anno Catania – insieme a tutti i comuni siciliani – esultò quando il Vicerè Giovanni de Caprera proclamava l’Immacolata Concezione principale Patrona di tutto il regno di Sicilia ordinandone la celebrazione l’8 dicembre. Ma c’è di più: come ricorda P. Francesco Costa nel suo libro sulla storia del Santuario dell’Immacolata, nel maggio del 1655 la cittadinanza e il Senato, vedendo la città minacciata come al solito dal superbo Etna, invocarono la protezione della Vergine Maria facendo voto solenne di difendere fino all’effusione del sangue il suo immacolato concepimento.
Tornando al contesto accademico c’è da segnalare anche che a Catania, unica sede universitaria in Sicilia, di cui era Cancelliere lo stesso Vescovo, studenti e docenti aggiungevano alla professione di fede necessaria per far parte dell’Ateneo, la formula di voto in onore dell’Immacolata, la cui effigie – ripresa dalla settecentesca statua lignea custodita nell’omonimo Santuario – è riprodotta sul Gonfalone, nel Sigillo, nei timbri storici e su vari Diplomi di Laurea, come si può ammirare nel Museo storico dell’ Università.
La Chiesa di S. Francesco d’Assisi all’Immacolata per secoli è stata centro di irradiazione del culto alla Vergine tanto prima quanto dopo la proclamazione del dogma avvenuta l’8 dicembre 1854. Ma è stata anche nei secoli fucina di una miriade di iniziative di annuncio, apostolato, carità tanto che nel 1974 l’Arcivescovo Mons. Domenico Picchinenna decise di elevare il monumentale tempio francescano catanese al rango di Santuario Mariano.
La profonda e antica devozione della nostra città all’Immacolata, qui solo accennata, testimonia la bellezza della spiritualità popolare che sa sempre trovare strade convergenti tra diversi profili di fedeli, riuscendo a riunire ai piedi di Maria uomini e donne, dotti e semplici, potenti e umili, chierici e laici.
In tempo di cammino sinodale sarebbe opportuno e necessario riscoprire questo tratto significativo della pietà popolare nei confronti della Madre di Dio, rivalutando e approfondendo studi che nel merito sono stati svolti anche da P. Costa e dal compianto don Gaetano Zito.
Maria Immacolata è perciò, insieme ad Agata e Euplo, Patrona di Catania fin dal 1643.
A Lei la nostra città è consacrata dal 1959.
In questo nostro difficile tempo il popolo santo di Dio torni a chiedere a Maria Vergine Immacolata, nel Santuario cittadino che le è intitolato, protezione, salute e pace.
Viva Maria Immacolata!