di Rosario Battiato
Continua a crescere il numero degli stranieri residenti in Sicilia, passato da 186.195 a 189.388 tra il 2021 e il primo gennaio del 2022, a fronte invece di una riduzione della popolazione isolana residente, che in un anno ha perso circa trentamila unità, attestandosi sui 4,8 milioni. Elementi analizzati nel corso della presentazione del XXXI Rapporto Immigrazione 2022 di Caritas-Migrantes, avente per tema “Costruire il futuro con i migranti”, che si è tenuto stamattina al Museo Diocesano, alla presenza di Mons. Salvatore Genchi, Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Catania che ha aperto la seduta ricordando la grande ricchezza che costituiscono i fratelli e le sorelle in arrivo dalle altre parti del mondo.
Un’esortazione raccolta anche dal Diacono Giuseppe Cannizzo, direttore dell’Ufficio Pastorale Migantes dell’Arcidiocesi di Catania, che ha sottolineato come “le nostre comunità cristiane sono chiamate a intraprendere processi formativi che possano costruire attraverso l’accoglienza una società plurale basata sulla fraternità, sulla solidarietà e sul rispetto dei diritti inalienabili di ogni persona, per vincere i tanti pregiudizi che ancora persistono”. Un impegno che conduce a una ricchezza culturale evidenziata anche da don Piero Galvano, Direttore della Caritas Diocesana, che ha ricordato che “una società chiusa in se stessa con il tempo si impoverisce da tutti i punti di vista, si atrofizza, invecchia… mentre una società aperta ad altre culture si arricchisce sempre più, si rinnova, si rigenera dal punto di vista sociale, scientifico, religioso”. E anche economico, perché crescono le imprese avviate da stranieri residenti e anche le rimesse nei Paesi d’origine.
A guidare l’attento pubblico lungo i complessi sentieri dell’accoglienza e dei flussi migratori è stato il Diacono Santino Tornesi, Direttore Migrantes Sicilia, che ha focalizzato i numeri nazionali nel contesto siciliano e locale tramite un’elaborazione di Migrantes Messina su fonte Istat, dando respiro alla costruzione di un pensiero elaborato sull’importanza della presenza straniera nell’Isola. “Continua a crescere nel 2021 – ha sottolineato -, anche nella nostra Regione, la presenza di imprese che hanno per titolari dei cittadini nati all’estero. Sono 30.711, pari al 6,2% del totale regionale. Con un incremento del 2,4% rispetto al 2020 e del 20,5% rispetto al 2011”. Nell’area etnea le imprese con titolari nati all’estero sono 5.383, pari al 5% del totale provinciale. Rispetto al 2020 sono aumentate del 2,8% e del 19,3% rispetto al 2011. Altro dato fondamentale – considerato un elemento di vera e propria “cooperazione internazionale” – riguarda le rimesse, cioè i flussi di denaro che vengono spediti dai lavoratori stranieri nei propri Paesi d’origine. “Ricordiamo – ha precisato Tornesi – a chiusura del discorso sui lavoratori dipendenti ed autonomi, che la ricchezza prodotta in Italia dai migranti attivi sul mercato del lavoro, contribuisce, tramite le rimesse, anche allo sviluppo dei paesi di origine ed è ad oggi forse il più valido freno all’emigrazione dai Paesi del sud del mondo”. Un dato risulta particolarmente rilevante: lo scorso anno dalla Sicilia sono partiti poco più di 285 milioni di euro, con un incremento del 13,6% rispetto all’anno precedente.
Vivere l’accoglienza, al di là dei benefici economici e culturali che ne possono derivare, significa anche mettere in discussione le proprie certezze e fare un’adeguata autocritica: “Tutti, giustamente, siamo diventati accoglienti e ospitali nei confronti degli Ucraini – ha concluso don Piero Galvano –, ma non possiamo dimenticare le migliaia di persone che sono morte in mare, provenienti dall’Africa o da altre zone, rifiutate proprio da quell’Europa che oggi accoglie e che purtroppo discrimina”.