Prospettive

Dialogo interreligioso come processo culturale che coinvolge l’intera citta di Catania

11 Nov 2006, Paris, France --- Symbols of the Three Monotheistic Religions --- Image by © SÈbastien DÈsarmaux/Godong/Corbis

di Don Antonino De Maria

Sono molti i momenti che la Diocesi di Catania sta organizzando e vivendo sulle tematiche del dialogo interreligioso:

L’1 settembre abbiamo iniziato con un momento di preghiera presso la chiesa di san Leone vescovo di Catania, al centro della città dove si raduna la comunità ortodossa del patriarcato di Costantinopoli, il tempo del Creato che ha come tema: Ascolta la voce del creato. Ci siamo messi in ascolto del messaggio dei Vescovi italiani e della Parola di Dio spezzando il pane e condividendolo tra i presenti come segno di vivere fino in fondo il senso di questo gesto.

Il 9 settembre presso il Tempio battista e valdese abbiamo ascoltato l’intervento della pastora Silvia Rapisarda che, partendo dal testo del Roveto ardente ci ha invitato a prendere posizione, come ha fatto Dio con quegli immigrati economici di cui ha ascoltato il grido: Compito del credente è stare dove sta Dio, dove e con chi sceglie di stare Dio. Non si può sbagliare: Dio sceglie di stare con i poveri, gli ultimi, gli schiavizzati. Oggi significa stare lì dove la fame muove gli uomini, come la violenza, la guerra: mettendosi in ascolto del grido di queste persone e muovendosi profeticamente per pretendere che ogni uomo si senta responsabile e si prenda carico del bisogno di tutti come dell’esigenza che la casa comune sia abitabile e non, a sua volta, oggetto di sfruttamento indiscriminato. Questa profezia denuncia il presente, guardando al futuro. Il dibattito è stato molto interessante e ha fatto risaltare una nuova coscienza del laicato non solo cattolico ma di ogni comunità cristiana. Un esempio è stato portato di questo impegno: il documento “Non possiamo tacere” che un gruppo di laici cattolici insieme all’ufficio diocesano per il problemi sociali e il lavoro aveva elaborato come indicazione dei problemi che stanno a cuore ai laici cattolici e indirizzato alla politica in vista delle elezioni del 25 settembre. Era stato presentato il 5 settembre presso il salone dei Vescovi dell’Arcivescovado con una partecipazione numerosissima che ha stupito gli stessi organizzatori e che mette in evidenza il bisogno dei laici di uscire dalle sacrestie per vivere nel mondo la profezia della loro indole secolare, della loro missione specifica, come indicata in Lumen gentium. Occorre lasciare spazio al nostro laicato e soprattutto ai nostri giovani che non è vero siano apatici e disinteressati. Probabilmente non siamo capaci di fare loro una proposta seria e non li ascoltiamo abbastanza.

Domenica 11 settembre si è svolto, poi, presso il convento delle Suore domenicane del Sacro Cuore, un convegno organizzato dal Coordinamento religioni in dialogo sul tema: “Il dialogo interreligioso come processo culturale “. Frutto di una storia vissuta di dialogo, ormai da anni, tra comunità religiose non cristiane e alcune associazioni cattoliche. È stato un momento molto arricchente e anche commovente, al quale ha partecipato anche Mons. Renna che, molto cordialmente, ha invitato le comunità a partecipare all’esperienza del Sinodo narrando il loro rapporto con la Chiesa cattolica. Ci interessa, ha detto il Vescovo Luigi, sapere cosa pensate di noi.

Alla fine del Convegno è stato presentato un messaggio indirizzato dal Coordinamento alla Città metropolitana e all’Arcidiocesi, dal titolo Creati per amare. Noi desideriamo riaffermare – dice il messaggio – questo messaggio di fraternità che ci invita a costruire una “cultura del dialogo, via alla pace, della mutua cooperazione e un codice di condotta per un’intesa comune nel rispetto reciproco”.

 È un tempo ricco quello che stiamo vivendo, da vivere insieme, comunitariamente, e da non disperdere. Un tempo al quale si aggiunge la lettera Pastorale del nostro Arcivescovo: In ascolto dello Spirito Santo e dei fratelli per essere chiesa in uscita. Una lettera ricca di una visione della Chiesa viva e non ripiegata su se stessa ma lanciata all’annuncio del Vangelo ovunque: per strada, nelle case e nelle diaconie. Troppa carne al fuoco? Basta condividere e mettere tutto in comune e si cresce insieme, come un corpo vivo, in ascolto dello Spirito e dei fratelli.

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