di Giuseppe Adernò
Quest’anno celebriamo la Pasqua non al suono gioioso di campane, ma con il rumore sinistro di bombe ed esplosioni devastanti.
È stato consacrato il crisma della pace, sono state elevate le profezie di fraternità, sono stati illuminati segni di concordia tra russi e ucraini nel portare insieme la croce della Via Crucis, ma la triste realtà della guerra non cambia e si prevede ancora lunga e dolorosa.
Come si può festeggiare la gioia della Pasqua mentre ancora predomina la geografia della guerra?
Pasqua vuol dire passaggio: che “passaggio” potrà essere se non cambiano i cuori, gli stili di vita, se non si realizza il verbo “cambiare” del testo biblico “cambiate le vostre lance in falci, le vostre spade in aratri e i vostri missili in fabbriche e case”?
Il messaggio di Pace che l’Arcivescovo di Catania, Mons. Luigi Renna ha inviato alla Comunità diocesana prende in esame il ventaglio variegato della realtà locale, dando precedenza ai “luoghi di pena, dove uomini, donne e ragazzi si stanno riconciliando con la vita e con il futuro”; alle aule dei “Consigli comunali, dove si organizza con fatica il bene comune”; ai quartieri “dove non risuonano voci di festa tra le strade, ma si muovono sinistri venditori di morte, che forse spareranno fuochi d’artificio perché un altro carico di droga è arrivato, ignorando che stanno festeggiando la loro sconfitta di fronte alla vita”.
Con viva sensibilità pedagogica l’Arcivescovo rivolge un pensiero di particolare attenzione ai “ragazzi che hanno abbandonato la scuola e attendono che noi ci prendiamo maggiormente cura di loro”.
Il problema dell’abbandono e della dispersione scolastica è una particolare emergenza per la provincia di Catania e gli interventi che sono stati messi in atto dalla Prefettura, dal Tribunale dei Minori, dall’INPS e dall’Ufficio scolastico provinciale, sono tutti convergenti a porre rimedio a questa dolorosa piaga.
Se tutto ciò avverrà la Pasqua non resterà una semplice data del calendario, giorno di vacanza e di riposo, ma una vera festa di luce e di Risurrezione nel cammino della vita che continua il suo corso.
Allora potranno suonare le campane e con la gioia nel cuore, da veri “ambasciatori di pace” diffondere il suono armonioso della festa di Pasqua.