In un clima di grande silenzio e meditazione nelle antiche vie di Paternò, che portano al castello normanno, si snoda la Via Crucis cittadina alla quale prende parte l’Arcivescovo Mons. Luigi Renna. Il momento è stato animato dalle diverse parrocchie, che una dopo l’altra si sono succedute nel portare simbolicamente la croce. La manifestazione ha visto anche una grande partecipazione popolare.
Tra le suggestive strade del centro storico, il Sindaco di Paternò Nino Naso assieme a sacerdoti, diaconi, seminaristi, religiose e ai rappresentanti delle molte associazioni cittadine hanno dato vita ad un silenzioso e raccolto corteo.
«Bisogna sfatare il bellicoso detto romano “se vuoi la pace preparati alla guerra” – ha sottolineato l’Arcivescovo – con la più mite espressione se vuoi la pace preparati alla pace. Bisogna pensare ad una politica internazionale che assicuri la pace, come ricordava Giorgio La Pira. Il mondo non ha bisogno solo di maestri, ma di testimoni».
La processione ha preso il via dal Santuario della “Consolazione” per giungere poi in collina, dove, nel piazzale antistante alla Chiesa Madre è stata fissata la Santa Croce ed è stata impartita la solenne benedizione da parte dell’Arcivescovo.
Monsignor Renna, dopo aver raccontato la storia di suor Ann Nu Thawng, delle missionarie di San Francesco, che si è inginocchiata per fermare la polizia in Myanmar, allo stesso modo ha invitato tutti i partecipanti alla Via Crucis a diventare testimoni di pace.
«Sono Contento di essere qui a Paternò. In questi giorni la CEI ha chiesto che tutte le chiese preghino per la pace. Ho vissuto oggi due momenti di intenso raccoglimento, uno con i giovani di Adrano e uno qui a Paternò. Quando ci si mette dietro la croce, non si può che imparare da Cristo. Le armi che oggi si stanno usando nel mondo somigliano ai chiodi della croce, preghiamo perché la guerra cessi in tutto il mondo».
Le meditazioni della Via Crucis sono state tratte dalle riflessioni di Don Tonino Bello. Questo evento ha anche segnato la ripartenza delle manifestazioni esterne dopo due anni di sospensione a causa della pandemia.