di Vincenzo Caruso
A Siracusa, presso il Santuario della Madonna delle Lacrime, nella mattinata di sabato 29 gennaio 2022, è stata celebrata a cura dell’UCSI Sicilia – Unione Cattolica Stampa Italiana – la festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, in collaborazione con l’Ufficio per la Pastorale delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Siracusa, l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, l’UCSI Siracusa, l’Assostampa provinciale e il settimanale “Cammino”, con il seminario formativo “La nuova missione dei giornalisti: narrare nell’era del Metaverso” e la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Mons. Francesco Lomanto, Delegato per le Comunicazioni Sociali della CeSi. Relatori Francesco Pira, Professore Associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina e Domenico Interdonato, giornalista presidente UCSI Sicilia.
A portare i saluti ai partecipanti – tra i quali anche una rappresentanza di giornalisti dell’UCSI di Catania con il presidente Giuseppe Adernò -, il segretario nazionale UCSi e tesoriere dell’Ordine dei Giornalisti di Palermo Salvatore Di Salvo e il presidente dell’UCSI locale Alberto Lo Passo, Don Aurelio Russo consulente ecclesiastico UCSI Siracusa, Prospero Dente segretario Assostampa, Orazio Mezzio direttore del “Cammino” e Alessandro Ricupero, giornalista vicedirettore Ufficio diocesano.
Da tutti, relatori e organizzatori e con più approfondimento da parte dell’Arcivescovo Lomanto, è stato richiamato “l’ascolto” come primo momento di una narrazione, di un dialogo tra giornalisti e lettori, con al centro la persona e la verità dei fatti, fulcro del 56esimo Messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni in programma il 29 maggio prossimo. Bisogna, per i giornalisti – ma può valere per chiunque si faccia comunicatore e trasmettitore di notizie – che si consumino le suole delle scarpe, che si vada a vedere per raccontare, ma che tutto sia anticipato da un attento ascolto dell’altro senza partire da preconcetti e da autoreferenzialità, e senza lasciarsi influenzare da quell’emotivismo, che è tipico dei social network e che va combattuto, a partire dalle scuole, con una nuova educazione ai sentimenti e alle nuove tecnologie. Anche perché siamo in piena era di “metaverso” in cui si è capaci di creare un “non luogo” virtuale, che sembra realtà e in cui staremo o dovremmo stare meglio; e già oggi, tutti noi fruitori della rete, nessuno escluso, è tracciato (ed anche spiato) nella nostra esistenza e nei nostri spostamenti – conosciamo bene la geolocalizzazione che accettiamo – e la condivisione dei nostri dati che passano indifferentemente da Google alle app anche senza esserne consapevoli.
Abbiamo, invece, bisogno di un giornalismo educante, di un giornalismo che sappia mettersi in ascolto e a servizio, di giornalisti – ci ricorda papa Francesco – che ascoltino con l’orecchio del cuore.