Prospettive

“Buon cristiano, fatti manifesto”, al San Luca di Catania tre giorni dedicati al Divin Maestro

di Daniela Cocina

Dante Alighieri incarna l’ideale del “poeta sociale” capace di affascinare il lettore di ogni tempo e di ogni luogo. Numerose le iniziative per celebrare il 700° anniversario della morte del “sommo poeta” che ricorre quest’anno. Alla figura di Dante e alla sua opera immortale –  La Divina Commedia –  è stato dedicato il Convegno “Buon cristiano, fatti manifesto” (Paradiso XXIV, 52), allestito dalla Facoltà Teologica di Sicilia –  Polo FAD “San Luca” di Catania, in collegamento con la “Pontificia Facoltà Teologia di Sicilia San Giovanni Evangelista”, con una partecipazione mista tra Catania e Palermo.

Il Convegno, che ha avuto luogo dal 26 al 28 novembre, è stato impreziosito dalla presenza di illustri relatori, che hanno disquisito su Dante, mettendo in luce svariati aspetti della sua poliedrica personalità e del suo genio artistico. Ad allestire il programma e a moderare gli interventi sono stati la prof.ssa Mirella Roccasalva Firenze e il prof. Francesco Diego Tosto, due insegnanti che gli studenti del “San Luca” conoscono bene.

Moltissimi gli spunti di riflessione e le sottolineature stilistiche emerse in queste tre giornate, intrise di poesia e cultura. Ad aprire i lavori è stato Francesco Tosto, che ha esplicitato il legame fortissimo tra Teologia e “narrazione”, attraverso cui Dio stesso si rivela. Padre Giuseppe Calambrogio, in particolare, ha evidenziato il tema della “libertà” alla luce dei sette vizi capitali di cui si parla nel Purgatorio. Centrale in questa prospettiva il discorso sull’arbitrio, da intendersi come capacità di giudizio su ciò che si deve volere. Un’altra sottolineatura riguarda il rapporto inscindibile tra Dante e la Filosofia, che egli definisce “Donna piena di dolcezza, ornata di onestà e mirabile di sapere”.

Dalla relazione di Padre Antonio Sapuppo è emerso, invece, un altro aspetto peculiare: l’originalità teologica e spirituale di Dante uomo.  Secondo la sua visione La Divina Commedia è parte integrante della nostra cultura e costituisce uno dei capisaldi delle radici cristiane dell’Europa. Le parole di Dante attraversano le coordinate “spazio e tempo” riuscendo a dare qualcosa di nuovo all’uomo di ogni epoca. Il pellegrino Dante compie un viaggio esistenziale e spirituale che lo conduce a “riveder le stelle”, poiché come soleva dire Oscar Wilde “Siamo tutti nati nel fango, ma alcuni di noi guardano le stelle”.

Le appassionate relazioni di Francesca Paola Massara e Mirella Roccasalva Firenze hanno contribuito fortemente a tratteggiare l’opera di Alighieri in una prospettiva artistica.  Innumerevoli gli itinerari figurativi, le scelte iconografiche e le visioni simboliche suggerite da un’attenta analisi della trilogia dantesca.  Molto suggestiva e al contempo utile per tutti gli IdR la visione creativa suggerita da una rilettura artistica della Commedia.  Fortissimo e denso di significato teologico è stato, infine, l’intervento di Don Vito Impellizzeri, Direttore del Convegno e dell’ISSR di Palermo.

Nella sua relazione Dante viene presentato in modo ambivalente: come un “poeta sociale” ma al tempo stesso come un “poeta teologo”, capace di riscrivere le Scritture alla sua maniera. Impellizzeri mette altresì in luce la profonda consonanza tra il sommo poeta e Papa Francesco, che esalta la gentilezza come chiave di lettura della realtà contemporanea. La figura di Beatrice, donna angelicata amata dal poeta, incarna perfettamente l’ideale di scientia amoris che Dante ricerca nel suo peregrinare.

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