di Salvatore Caruso
Le fasi preparatorie del XVI Congresso Nazionale Uneba in programma il 7, 8 e 9 ottobre a Lignano Sabbiadoro hanno visto impegnate in questi ultimi mesile varie articolazioni associative provinciali e regionali in un ampio confronto sul tema congressuale “Uneba e la rete dell’accoglienza. Oltre l’individualismo, verso la comunità”. Seguendo le linee tracciate dalle commissioninelle relazioni precogressuali sui grandi temi dell’assistenza socio sanitaria e dei servizi ai minori, della formazione e dell’accesso ai fondi europei, delle problematiche in materia fiscale, giuridica e del lavoro, nonché dei servizi agli associati, si è sviluppato un confronto ampio e ricco di contenuti propositivi utili a delineare in sede congressuale le strategie ed azioni che impegneranno l’Uneba nei prossimi anni.
Una sfida importante per l’Uneba che, forte di una storia associativa lunga oltre 70 anni, si propone oggi con rinnovato slancio ad essere sempre più soggetto primario, credibile e competente nell’offerta dei servizi alla persona.
L’Uneba, il cui acronimo originario stava per “Unione Nazionale Enti di Beneficienza ed Assistenza”, in seguito cambiato con l’attuale “Unione Nazionale Istituzioni ed Iniziative di Assistenza Sociale”, quale chiara apertura alle nuove realtà del volontariato assistenziale, è stata costituita, infatti, nel 1950 per iniziativa dell’Istituto Cattolico di Attività Sociali e di alcune opere assistenziali caritative di ispirazione cattolica, e si è sviluppata per impulso dell’allora arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, che continuò a sostenerla anche quando divenne papa Paolo VI.
Gli associati all’Uneba, oggi oltre un migliaio, sono enti, istituzioni, associazioni, fondazioni, imprese sociali ed altre realtà operanti nel campo sociale, socio-sanitario ed educativo degli interventi e dei servizi alla persona, i cui programmi e finalità non siano in contrasto con i principi cristiani. Ciò ne determina anche la mission, il cui fine è quello di concorrere, attraverso l’azione degli associati, al miglioramento morale, materiale e sociale della condizione delle persone e delle famiglie in situazioni di difficoltà, promuovendone la responsabile ed integrale partecipazione alla società.
Anche l’Uneba Catania, nel solco di questa tradizione di impegno sociale, è stata e vuole essere ancor di più protagonista nel sistema dei servizi alla persona nella provincia. L’appuntamento del congresso provinciale svoltosi nei giorni scorsi all’Istituto Cirino la Rosa è stato così occasione privilegiata per un’analisi del lavoro svolto e per tracciare le linee fondamentali di impegno per il futuro. In particolare è stata evidenziata l’attenzione e il sostegno rivolti agli associati che erogano prestazioni socio educative in favore dei minori con disagio sociale, assicurando con la necessaria disponibilità dei fondi da parte del Comune di Catania il permanere di tali servizi sul terriotorio. Un‘azione significativa è stata, inoltre, quella di favorire negli associati la diversificazione delle proprie attività con l’apertura verso nuove tipologie di interventi e servizi, oltre a quella di contribuire a far crescere tra gli associati esperienze di “lavoro in rete” e ciò in linea con il tema congressuale e con le linee di azioni suggerite dalle commissioni nazionali, per una più efficace azione degli associati ad affrontare e gestire le sfide odierne e nell’ottica di costruzione di servizi che sappiano meglio rispondere ai bisogni.
A sostenere e condurre questo impegno con rinnovato slancio, entusiasmo e competenza è chiamato il nuovo consiglio direttivo provinciale con Fabrizio Sigona presidente, e i consiglieri Santo Nicosia, Suor Rosalia Caserta, Daniela Maurel , Gianluca Raneri, Luigi Ficarra e Fabio Guglielmino.
“Dalla capacità e dalla forza dello stare insieme – ha affermato Sigona – nasce e si sviluppa la forza di proporsi come soggetti attivi nell’erogazione dei servizi ed interlocutori autorevoli delle istituzioni, per contribuire, anche in termini propositivi, alla definizione delle nuove politiche di welfare”.