di Giuseppe Adernò
Maggio, il mese dedicato alla Madonna, è stato proposto dal Papa come un mese di preghiera per invocare la fine della pandemia.
I Santuari mariani, sempre per volontà del Pontefice, saranno i luoghi privilegiati – ma non i soli – nei quali sarà vissuta questa insistente preghiera d’intercessione, come una specie di “maratona”.
Non è un mercanteggiare quasi una gara perché Dio intervenga a porre fine alla pandemia, ma la preghiera più che “cambiare il cuore di Dio” – che è sempre “cuore misericordioso” – ha il potere di cambiare il nostro cuore, rendendoci più docili e più disponibili all’azione dello Spirito Santo.
Diventa un impegno per tutti e per ciascuno, occasione per fermarsi a pensare e riflettere in vista di una rinnovata ripresa, vincendo la paura e operando nella costante ricerca del miglior bene.
“La pandemia dovrebbe averci almeno insegnato che, anche con tutta la nostra scienza e tecnologia, non siamo onnipotenti e non possiamo controllare tutto, non è tutto nelle nostre mani”.
L’invito a “pregare senza stancarci”, e rendere azione la “preghiera” non è collegato alla pandemia, ma costituisce l’opportunità di stare in dialogo con il Padre, di coltivare un rapporto filiale con Lui, senza sprecare parole, anzi, pregare “con il Vangelo in mano” e rendere concreta e realizzata la “Parola di Dio” che diventa amore, carità, servizio.
Il Rosario è una della maniere più diffuse e più popolari per pregare e va vissuto proprio dentro a questo tipo di dinamica: si chiede l’intercessione di Maria, la Madre di Gesù, per essere sempre più capaci di essere suoi “discepoli” mettere così in pratica il Suo Vangelo. La preghiera, infatti, aiuta a cambiare la vita. “Il grido dell’anima è l’espressione del nostro bisogno di non sentirci soli, orfani in un mondo di smarriti”.
“Ogni giorno del mese di maggio affideremo alla Madre della Misericordia, ha detto il Papa, le tante persone che sono state toccate dal virus e che continuano a subirne le conseguenze:
dai nostri fratelli e sorelle defunti, alle famiglie che vivono il dolore e l’incertezza del domani; dai malati ai medici, agli scienziati e agli infermieri, impegnati in prima linea in questa battaglia; dai volontari a tutti i professionisti, che hanno prestato il loro prezioso servizio in favore degli altri; dalle persone in lutto e dolore, a quelle che con un semplice sorriso e una buona parola hanno portato conforto a quanti erano nel bisogno; da quanti, soprattutto donne, hanno subito violenza tra le mura domestiche per la chiusura forzata a quanti desiderano riprendere con entusiasmo i ritmi di vita quotidiani.
La preghiera ha una forza misteriosa, che agisce ed opera lì dove non sappiamo né immaginiamo ed opera sempre a fin di bene: per questo, se vissuta in atteggiamento di filiale abbandono nelle mani di Dio, la preghiera è sempre un aiuto per noi e per gli altri, specie in un tempo così difficile, come quello della pandemia che stiamo vivendo.
I santuari mariani diventano i fari che trasmettono energia e luce spirituale sulla materialità della crisi che appare sempre più negativa. Ecco un’arma potente , capace di sconfiggere il virus e restituire la pace dei cuori e l’armonia sociale.
La “maratona di preghiera” aiuterà anche a sentirsi vicini a tutti gli uomini e donne del mondo, ai migranti che perdono la vita nel Mediterraneo ed ai missionari che testimoniano la loro fede sino a rischiare la vita.
Ogni giornata del mese è caratterizzata da un’intenzione di preghiera per le varie categorie di persone maggiormente colpite dal dramma della pandemia e, pregando, s’invoca anche la fiducia e il conforto per quanti sono in ansia per un futuro assai incerto e per le sue conseguenze sull’economia e sul lavoro.
L’iniziativa ha una valenza educativa e traccia un percorso che stimola la speranza fondata sulla solidarietà, e agevola, come ha detto Papa Francesco, “la costruzione di nuovi paradigmi capaci di rispondere alle sfide e alle emergenze del mondo contemporaneo, di capire e di trovare le soluzioni alle esigenze di ogni generazione e di far fiorire l’umanità di oggi e di domani”.