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L’UCSI di Catania festeggia San Francesco di Sales: «Fare il giornalista impone generosità e abnegazione»

Nella chiesa dell’Istituto salesiano “S Francesco di Sales” di Catania i giornalisti UCSI della sezione di Catania hanno festeggiato il Santo Patrono partecipando alla S Messa, officiata dal salesiano Don Vincenzo Andronaco.

Nell’omelia sono state evidenziate le coincidenze della data del 24 gennaio a conclusione della settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani, della novena di San Giovanni Bosco, nel giorno di Maria Ausiliatrice e della giornata internazionale dell’Educazione.

La “domenica della Parola di Dio” che converte e guida il cammino cristiano un “un mondo che passa” sollecita l’impegno di fedeltà al Vangelo e testimonianza cristiana ricordando anche che nel rito del Battesimo, con la formula dell’effatà, sono state aperte le orecchie all’ascolto della Parola di Dio che va annunciata con la bocca e testimoniata nella vita quotidiana.

Al temine del sacro rito, il presidente dell’Ucsi di Catania, Giuseppe Adernò, ha commentato il messaggio del Santo Padre Francesco per la 55ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali sul tema: “Vieni e vedi” – comunicare , incontrando le persone dove e come sono”.

Per superare il rischio di un appiattimento nei “giornali fotocopia” è necessario che il giornalista veda e racconti la verità dei fatti, “consumando le suole delle scarpe”, incontrando e parlando le persone, mentre oggi tutto si svolge davanti al monitor del computer.

 “Non si comunica, infatti, solo con le parole, ma con gli occhi, con il tono della voce, con i gesti”, La Parola diventa efficace se si vede, se coinvolge in un’esperienza, in un dialogo ed il giornalista cattolico ha il compito di comunicare il fascino dell’avventura cristiana incontrando le persone dove e come sono.

E’ stato inoltre sintetizzato il messaggio augurale dell’Arcivescovo di Siracusa, Mons. Francesco Lomanto, dell’Ufficio Regionale per la Cultura e le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Siciliana.

“Il servizio del giornalista impone generosità e abnegazione, correttezza umana intellettuale, coraggio e amore alla verità, anche contro i propri interessi personali”. Compito del giornalista è anche quello di “saper riconoscere in mezzo al male anche il dinamismo del bene” e dargli spazio, facendo buon uso delle parole, divenendo costruttori e non distruttori del bene comune.

L’intervento è stato completato con la preghiera finale del messaggio, nella quale si coglie la strategia pedagogica del giornalista che “va a vedere”, anche là dove nessuno vuole andare; ascolta senza pregiudizi, senza conclusioni affrettate, pone attenzione all’essenziale e non si fa distrarre dal superfluo, distinguendo l’apparenza ingannevole dalla verità.

Il momento particolare della pandemia Covid-19 e le norme di prevenzione del contagio che collocano la Sicilia in “zona rossa” non ha permesso a tanti giornalisti non residenti a Catania di partecipare. Hanno inviato messaggi di adesione e unione spirituale: Mimma Cucinotta, direttore di Paese Italia press di Messina, Andrea Miccichè da Caltanissetta, Vincenzo Caruso da Tremestieri.

Nella foto con Don Andronaco; Lucio Di Mauro, Giovanni Andriano, Rossella Jannello, Giuseppe Vecchio, Salvo Cifalinò, Orazio Vecchio, Giuseppe Adernò, Marco Pappalardo.

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