La storiografia più recente ha sottolineato la diffusione e la qualità del dibattito scientifico che si sviluppa anche in Sicilia a partire dal XVII secolo attraverso la “rete” culturale degli Atenei di Catania e Messina, le Accademie di Palermo, i Collegi gesuitici e gli “Studia” degli Ordini religiosi (Benedettini, Teatini Domenicani su tutti).
Una vera e propria “intelligenza collettiva” di dotti laici ed ecclesiastici si espande lungo l’età moderna anche nei centri minori, alimentando la lettura e la pubblicazione di saggi, memorie e monografie che arricchiscono le collezioni librarie di biblioteche e circoli di conversazione. Contribuendo al riformismo della “monarchia amministrativa” Duo siciliana, oltre ogni vulgata.
Luigi Sanfilippo Giacomo Maggiore appartiene a buon diritto a quella larga schiera di colti religiosi nel solco dell’esprit dei Catholiques eclairès che conciliando fede e ragione sono impegnati a rifondare gli studi di geologia, botanica e zoologia con lavori di catalogazione e ricerca. La malacologia come raccolta e comparazione delle conchiglie marine, terrestri e fossili, ad esempio, è una ricerca “à la page” nei primi decenni dell’Ottocento che sollecita nobili e borghesia cimentarsi nella ricerca antiquaria e nel collezionismo.
Con metodo rigoroso Sanfilippo analizza la cultura benedettina del XIX secolo, restituendo ai lettori l’affascinante atmosfera tra orazione, studio e promozione sociale che caratterizza i grandi complessi monastici di S. Nicolò l’Arena a Catania e di S. Maria di Licodia. E nel piccolo centro etneo Maggiore come parroco “monastico” si prenderà cura della vita spirituale e delle istanze di progresso civile dei suoi concittadini a partire dalle drammatiche vicende del 1848 e del 1860 che scandiscono la transizione all’Unità d’Italia. Giuseppe Barone Luigi Sanfilippo, territorialista, cultore e cocente a contratto di Storia Moderna presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania, studia le dinamiche religiose e culturali della Sicilia in una prospettiva comparata euromediterranea.
Oltre ai numerosi saggi pubblicati su riviste e opere collettanee, è coautore con Domenico Ligresti del volume “Progresso scientifico nella Sicilia dei Borbone”