di Don Antonio De Maria
Il 18 Novembre il nostro Arcivescovo si è reso presente a noi sacerdoti con un messaggio che è stato pubblicato anche su questo giornale. E’ un messaggio semplice che però sostiene la fatica di tutti, di tutta la comunità ecclesiale a restare prossima di tanta gente, di tante esigenze, spirituali ed economiche, in un tempo nel quale la tentazione di chiudersi per la paura è molto forte.
L’Arcivescovo ci chiede di essere prudenti ma di non perdere la voglia e lo zelo per restare a servizio di Dio e della comunità. Ci invita, però, a non affrontare da soli le sfide di questo tempo ma a coinvolgere tutta la comunità: è una grande occasione per riscoprirsi Corpo di Cristo, unito nella fede e nella missione.
Credo di capire che è anche tempo di riscoprire il gusto del fare insieme, mettendo tra parentesi ciò che apparirebbe come la difesa di un proprio fare, di una propria iniziativa. Si potrebbe fare meglio per i poveri se si facesse insieme, per esempio; anche se questo servizio la nostra comunità, il nostro movimento lo fa da sempre.
L’ammalarsi di alcuni sacerdoti, dei diaconi, insieme a tanti fratelli e sorelle, ci richiama ad uscire dai recinti del nostro pur buon servizio, per farlo insieme, per far emergere ancora di più la comunione ecclesiale.
L’Arcivescovo che sin dal 18 maggio non ha mai smesso di spendersi per la comunità ecclesiale ci invita a questa presenza unitaria, a questo spirito comunionale.
Non chiudiamo le Chiese, ci atteniamo alle disposizioni della CEI e della CESi ancora in vigore, perché la vita della comunità non è un puro impeto spirituale, una pura esperienza individuale o qualcosa da gestire attraverso i social: lo abbiamo fatto nei primi mesi del lockdown e ne abbiamo vissuto i pericoli. Ora con prudenza, rispettando i protocolli, continuiamo ad incontrarci per crescere nella fede, nell’ascolto della Parola di Dio e nella vita sacramentale: siamo chiamati alla testimonianza, a stare nel mondo e nella storia senza panico ma con fiducia, accanto a tutti.
L’Arcivescovo ci invita ad affidarci al Signore e a Maria Santissima, preoccupati ma forti nella fede e nella speranza, ardenti nella carità. Il futuro è nelle mani di Dio e collaborare alla fatica di quelle Mani per il bene dell’uomo è compito di tutta la comunità cristiana.
Non smettiamo di pregare, singolarmente e comunitariamente, perché passi questo tempo, consolando chi soffre per la perdita di un caro e chi è ammalato; aiutando quanti si sforzano con la loro competenza a guarire i malati. Possiamo tutti dare una mano. Grazie Eccellenza per il suo incoraggiamento.