Alla Badia di Sant’Agata a Catania è stato inaugurata l’esposizione “Il Risveglio. Incontro tra Fede e Bellezza”. Il progetto tende a valorizzare i reperti e le opere d’arte custodite nei depositi dei Musei, delle Soprintendenze e dei Parchi, per renderli fruibili ai visitatori piuttosto che rimanere nell’oblio degli spazi inaccessibili al pubblico.
L’idea è nata dal convegno tenutosi alla Ciminiere di Catania il 24 e 25 febbraio 2020 sul tema “Dai depositi alla valorizzazione”. Il Comune di Catania ha accolto questo progetto e ha concesso in prestito alla Badia di Sant’Agata cinque dipinti ad olio su tela di varie epoche e scuole artistiche, 14 stazioni della Via Crucis realizzate dal pittore Alessandro Abate e quattro candelieri in metallo dorato.
«Il 15 ottobre del 2012 – ha sottolineo l’Arcivescovo – aprivamo questa Chiesa. Sin da allora, parlavamo della finalità di questo luogo, dove chiaramente non poteva mancare l’impegno domenicale e qui si celebra l’Eucarestia, finalità principale di questo luogo. Accanto a questo c’è la vita della comunità, con tutte quelle iniziative che danno concretezza, ispirazione alla vita e alla quotidianità. Quindi abbiamo pensato a questo luogo come posto adatto ad iniziative culturali, che mettano al centro la bellezza e la fede. Oggi vorrei che restasse come data significativa – anche perché come ricordato nell’introduzione, ricorre il mio ventottesimo anniversario di ordinazione episcopale – e che segnasse l’inizio di una collaborazione con la speranza di ripetere in altre occasioni e in altri luoghi, di iniziative come queste, che mettono al centro anche l’educazione culturale. Iniziative che potrebbero trasformarsi anche in occasioni di lavoro. Cerchiamo di rendere il nostro patrimonio artistico fonte di lavoro, di bellezza fruibile. Mettendo soprattutto in relazione la bellezza con la solidarietà».
Ad intervenire oltre a S.E.Rev. Mons. Salvatore Gristina, Alberto Samonà, Assessore ai Beni Culturali e dell’identità Siciliana della Regione Siciliana, che ci tiene a specificare che «Quando le istituzioni si mettono insieme in un percorso virtuoso, soprattutto quando si parla il linguaggio universale della cultura, ciò che viene fuori può essere una mostra bellissima e suggestiva come quella che oggi qui inauguriamo a Catania».
Presente anche Barbara Mirabella – Assessore ai Beni Culturali e Pubblica Istruzione del Comune di Catania, Rosalba Panvini – Soprintendente Beni Culturali e Ambientali di Catania, Università degli Studi di Catania, Benedetto Caruso – Dirigente Tecnico presso il Servizio PAH della Soprintendenza dei BB.CC.AA di Catania.
« Mi piace pensare a questo momento – ha aggiunto Massimiliano Parisi, rettore della Badia di Sant’Agata– come una festa della sinergia. Quando le istituzioni pubbliche lavorano in collaborazione con gli altri enti, il risultato è un ottimo lavoro per il bene comune. Significativa la scelta di questo luogo, che ha come finalità anche l’organizzazione e la valorizzazione di eventi culturali».
Con questa esposizione è possibile ammirare due Natività, una del XVII secolo ed una del XVIII secolo, che accolgono il visitatore nell’atrio della chiesa. La nascita del Figlio dell’Uomo rappresenta nel percorso espositivo la prima tappa del racconto per immagini.
Nella circolarità dell’aula centrale, perfetta sintesi dell’armonia della forma geometrica progettata dalla genialità del Vaccarini, la mostra trova lo spazio ideale, per l’evolversi del racconto per immagini. Segue nel percorso la Via Crucis, 14 formelle in terracotta policroma realizzate dal pittore catanese Alessandro Abate nel 1923 per il Sacrario di San Nicolò La Rena e per ricordare la morte del figlio soldato durante la prima guerra mondiale.
Il dipinto del Cristo deriso, un olio su tela del XVII secolo, completa l’altare della Crocifissione, evidenziando la storia dell’umanità attraverso il sacrificio di Cristo. Sul presbiterio sono restituite alla visione due opere di grande bellezza, la prima a destra rappresenta l’Incredulità di Tommaso, opera del XVII secolo con evidenti elementi riconducibili a Mattia Preti: nel percorso narrativo ed esperienziale segna il momento della Resurrezione ed il dubitare dell’uomo sul mistero della fede.
Il percorso si conclude con il dipinto di ambito siciliano del XVIII secolo raffigurante la Misericordia di Gesù nei confronti dell’umanità, peccatrice e malata: la donna che Cristo incontra, sia essa l’adultera o l’emorroissa, rappresenta l’Amore divino e la sua presenza come Aiuto nella storia umana.
«Con questa mostra –ha aggiunto Rosalba Panvini Soprintendente Beni Culturali e Ambientali di Catania– vogliamo sottolineare l’importanza di valorizzare le opere che abbiamo, rendendole fruibili, opere che generalmente vengono conservate nei depositi dei musei, delle sopraintendenze cittadine. Speriamo quanto prima di redigere una carta che normi i prestiti delle opere conservate, per evitare di trasformare questi depositi in veri e propri magazzini».