di Maria Carmela Papotto O.V.
Siamo giunti al 50° anniversario dalla promulgazione del Rito di Consacrazione delle Vergini e in questi anni, in silenzio ma con una energia dirompente, abbiamo assistito a un rifiorire di questa meravigliosa forma di consacrazione. Tanto antica, la prima in realtà, ma altrettanto attuale.
Fin dai primi secoli del cristianesimo, infatti, abbiamo testimonianza di donne che, scegliendo la verginità come stato di vita donata a Dio, vivevano nel mondo dedicandosi alla preghiera e alle opere di carità verso i fratelli. In seguito, con l’avvento del monachesimo, accanto alle vergini consacrate che conducono vita monastica, ne troviamo altre che continuano a vivere nel mondo. Dal 1139, col Concilio Lateranense II, la consacrazione verginale è permessa solo all’interno delle varie famiglie religiose o in forma privata.
Il rinascere di questa vocazione nella Chiesa venne riconosciuta dal Concilio Ecumenico Vaticano II, che promosse la revisione del Rito di Consacrazione delle Vergini ammettendo anche quelle che vivono nel mondo a pari titolo con le monache. Il 31 maggio 1970 viene così promulgato il nuovo Rito. Con gioia e stupore possiamo osservare fino ad oggi il progressivo aumento di donne che si consacrano in questa nuova forma di vita.
Come afferma S. Leandro di Siviglia: “Per la vergine consacrata, Cristo è tutto: sposo, fratello, amico, parte di eredità, premio, Dio e Signore”. L’amore nuziale di Cristo per la Chiesa è assunto dalla vergine consacrata con carattere di totalità, esclusività e fecondità. È una vita che si dona totalmente a Cristo: la vergine si riscopre amata per prima di un amore che la sommerge e sente che la risposta a questo Amore non può che essere un dono totale di sé. Il dono totale di sé a Cristo Capo non esclude certo le membra. Infatti la vergine è dedicata ad essere madre feconda di nuovi figli nello Spirito.
Peculiarità propria della consacrazione secondo il Rito dell’Ordo Consecratio Virginum è il legame con il Vescovo diocesano che accoglie il proposito di consacrazione nelle proprie mani e ne cura (personalmente o tramite un delegato) la formazione permanente al fine di consolidare una comunione sempre più forte tra la consacrata e la Chiesa locale.
Le vergini consacrate oggi svolgono molti compiti nella comunità ecclesiale così come nel mondo della sanità, della scuola, dell’amministrazione statale, dei media: un impegno per le cose quotidiane e una presenza davanti al Signore nell’adorazione e nella preghiera.
Ad oggi la nostra Chiesa di Catania, conta nove consacrate e due sorelle in discernimento. La formazione è curata dal delegato per l’Ordo Virginum, Don Ottavio Musumeci, che organizza periodici incontri di catechesi, meditazione e fraternità. Un paio di volte all’anno ci si incontra a livello regionale, mentre da tutta Italia ci ritroviamo l’ultima settimana di agosto. Ognuna di noi, poi cura la propria formazione anche partecipando ad iniziative varie (corsi di esercizi spirituali, settimane bibliche…) in modo autonomo e a seconda delle proprie esigenze e delle opportunità che vengono offerte dalla comunità diocesana (ma non solo).
A tal proposito, Carlo Maria Martini ci invita a riflettere: “L’Ordo Virginum, ha quell’ampiezza di vedute, quell’accoglienza alle diverse spiritualità che è data soprattutto da una diocesi, da una grande diocesi, nella quale noi troviamo i Piccoli Fratelli di Charles De Foucauld, le Suore della Carità di Madre Teresa, le Carmelitane e scegliamo di essere vicine alle une o alle altre a seconda delle condizioni, della facilità, della tendenza; […] è bene che si impari ad approfittare di tutte le occasioni di aggiornamento che una grande chiesa locale offre: e quindi settimane di spiritualità, settimane di Scrittura, settimane di ascetica (non necessariamente c’è una settimana di ascetica dell’Ordo, ma ci sono partecipanti dell’Ordo che sono presenti e che ricevono quel beneficio ascetico che altre ricevono da una settimana di Scrittura, da una settimana di lectio divina).
Invocando copiose grazie e benedizioni sul nostro Vescovo, Mons. Salvatore Gristina, nel XXVIII anniversario di ordinazione episcopale, ringraziamo il Signore averci guidato nel cammino fino ad ora compiuto.