di Filadelfio Grasso
E’ stato intitolato al sacerdote don Salvatore Palella lo slargo che ospita il Sacrario dei caduti in guerra a Santa Maria di Licodia, nell’ambito di una ridefinizione della toponomastica che vede l’assegnazione di nomi di personaggi illustri del paese alle nuove strade e piazze. E per questo anche la strada prospiciente a tale slargo è stata dedicata a un altro sacerdote licodiese vissuto agli inizi del Novecento, don Luigi Panepinto.
Vicino al nostro tempo, che ha operato tra la gente, riuscendo, nella sua pur breve parentesi di vita, a vedere lontano e a notare i sintomi di una società che cambia continuamente. Questi alcuni dei tratti di Salvo Palella, sacerdote e musicologo nato a Santa Maria di Licodia, profondamente innamorato della sua terra e della gente che la abita, così come sedotto da quel Dio che per amore si piega verso le sue creature e si fa uomo.
Nato nel 1959, fu “attento al soffio dei tempi nuovi che in quegli anni sembrava un vento impetuoso – afferma Gino Sanfilippo, docente che fu amico e compagno di don Salvo – Curioso e cultore di ogni forma di bellezza…”. Intraprende gli studi musicali e di filologia musicale, in seguito insegna nella scuola e avvia una stagione di concerti con la collaborazione di altri eccellenti strumentisti, manifestando una intima ricerca di infinito.
La sua vocazione, matura e consapevole, lo porta ad abbandonare una sicura eccellente carriera in ambito musicale, ma lo innalza a divenire cantore e musicista del Divino.
Ordinato sacerdote il 2 gennaio del 1996 a Catania da mons. Luigi Bommarito, si dedica al servizio della Liturgia, vista come massimo rendimento di grazie al Creatore, e al servizio dei fratelli, vissuto in maniera piena ed umile, nascosta ma costantemente operante con intelligenza e senso pratico, mai pietistica e mai ostentata.
Per il suo paese e per la porzione di Chiesa che gli fu affidata, non senza difficoltà e spesso facendo fronte a ostilità di ogni genere, volle ridare lustro alla chiesetta della Consolazione che versava in stato di abbandono. Riaperta al culto nel 2002, questa fu dotata di un organo meccanico e divenne centro di incontro non solo per gli abitanti del quartiere, ma spesso anche per uomini e donne assetati di Parola di Dio, poiché periodicamente don Salvatore organizzava incontri di Lectio Divina, invitando i massimi ricercatori e studiosi di tali ambiti.
Lo si incontrava spesso in piazza, nelle strade, tra la gente di ogni ceto e cultura e con ognuno sapeva come interloquire, mostrando sempre una spiccata assertività.
Negli ultimi anni della sua vita, si occupò dell’ondata di emigrati dei paesi dell’Est europeo, un fenomeno nuovo per il territorio. Lavorò strenuamente per creare un legame tra i rumeni ortodossi e la comunità licodiese, favorendo l’integrazione di pensiero, culture, religioni diverse. Mostrò spesso anche una attenzione non comune nei confronti di persone che mostravano forte devianza, in un periodo in cui il centro pedemontano fu teatro di sanguinosi episodi.
Concluse la sua vita terrena nella notte della festa di Tutti i Santi del 2009.
“Con la nostra amministrazione guidata da Salvatore Carmelo Mastroianni, abbiamo voluto ricordare a tutti, l’impegno e la missione dai forti connotati sociali, di don Salvo Palella – ribadisce il vicesindaco Mirella Rizzo – con una predilezione verso gli ultimi e i bisognosi, riqualificando anche una zona del nostro paese ricca di storia e di significato.”
Foto di Giusy Colino