di Vincenzo Caruso
Dopo 40 giorni di “preghiera, penitenza e digiuno“, fratel Biagio Conte, fondatore missionario laico della Missione Speranza e Carità di Palermo che accoglie oltre un migliaio di poveri e senza tetto, vivendo in una grotta delle montagne di Sicilia, sospende il digiuno. Dal 3 giugno, aveva scritto in un suo messaggio “mi abbandono nell’entroterra siciliano per essere solidale con le famiglie disagiate, con i giovani e i meno giovani, con chi non ha una casa, un lavoro, con i carcerati, con chi cade nella prostituzione, con chi non ha un riconoscimento, un documento e il giusto diritto di sentirsi un libero e comune cittadino“.
Da allora ha inviato numerosi appelli “a cittadini, autorità, scuole, professioni varie, Chiesa e religiosi e non religiosi” , e poi ancora, specificatamente, “a tutta l’umanità” il 12 giugno, “alle autorità” (il 17), “a tutta la Chiesa e a tutte le religioni” (il 22), “ai carissimi e preziosi genitori, papà e mamme” (il 26), “a tutti i Popoli” il 6 luglio e l’ultimo, il 10 luglio, anche “ai mezzi di comunicazione“, firmandosi sempre “piccolo servo inutile“. Quaranta giorni di digiuno, dunque, con il solo cibo dell’Eucarestia, che gli hanno procurato dolori e dimagrimento, come non lo è stato mai, affermano i volontari e Riccardo Rossi, portavoce della Missione e “ma i suoi occhi sono pieni di energia, perché carico di Spirito Santo”.
Da oggi, sabato 11 luglio e per circa 10 giorni fratel Biagio, riferisce Rossi, “fratel Biagio, abbandonata la grotta delle montagne di Palermo, starà ricoverato in infermeria della Missione in assoluto isolamento sotto stretto controllo medico e pian piano riprenderà ad alimentarsi.”
“Ho sentito nel cuore il buon Dio – spiega fratel Biagio – che mi invita a portare questo messaggio di Pace e di Speranza a questa umanità tanto travagliata, tanto sofferente, ma ho anche sentito nel cuore di riguardarmi il “fratello corpo”. Sto rientrando in Missione Speranza e Carità con il cuore pieno di speranza, sento di portarla e donarla a tutti e di continuare a portare a tutti questo messaggio di Pace e di Speranza, affinché questa società possa migliorare. E’ anche vero che ognuno deve fare la sua parte, perché insieme possiamo costruire un mondo migliore per le generazioni future per consegnare ai giovani un mondo più veritiero. Sento il cuore pieno di speranza per donarla al mondo intero, senza fare distinzioni di popoli, di chi crede e chi non crede e chi anche di religione diversa, non si devono fare diversità, perché la Pace e la Speranza rincuorino e diano fiducia a tutti.”
Con questa esperienza di fede e di penitenza, fratel Biagio invita ciascuno a fare la propria parte per cambiare radicalmente questa società in modo da non lasciare nessuno indietro, una società che includa tutti, italiani e stranieri; invita tutti noi a rispondere al male con il bene per costruire un mondo migliore sull’esempio di padre Pino Puglisi “Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto”.