di Salvatore Caruso
Dopo la chiusura forzata per il coronavirus, il primo giorno di luglio sono riprese le attività dei centri educativi assistenziali per minori.
Un momento atteso da tutti dopo un lockdown tra preoccupazioni, difficoltà e sacrifici. Atteso dagli oltre 400 bambini e ragazzi che vedono così riaprirsi con le porte dei centri anche le porte della socialità, della condivisione e dell’amicizia nell’incontro con i propri coetanei in un clima di serenità e di ritorno alla normalità; atteso anche dalle loro famiglie, costrette spesso a sacrificare in questi mesi le opportunità di lavoro per poter provvedere all’accudimento e gestione dei figli tra didattica a distanza e stress da chiusi in casa.
Un momento atteso anche dagli stessi gestori e lavoratori dei centri educativi, che vedono così riaprirsi spiragli di speranza lavorativa ed occupazionale dopo le preoccupazioni tra casse integrazioni, riduzioni orarie, smart working, oltre che per gli adeguamenti strutturali ed organizzativi prescritti ai fini precauzionali per la ripresa delle attività.
«In questi mesi di chiusura dei centri – ci dice Rosanna Di Guardo, responsabile dell’Istituto Cirino La Rosa operante nel quartiere di San Giorgio – in cui i minori sono rimasti lontano dai luoghi di accoglienza, abbiamo continuato nel nostro servizio con modalità a distanza, mantenendo un costante contatto con gli stessi minori e le loro famiglie, aiutandoli non soltanto per l’esecuzione e la comprensione della didattica a distanza, ma con la messa in atto di tutte le iniziative possibili e immaginabili per essere “vicini da remoto”. Oggi, primo giorno di luglio – continua la Di Guardo – grazie ad un difficile lavoro preparatorio ed organizzativo, condiviso con tutti gli altri centri educativo-assistenziali, e grazie pure alla sensibilità dell’amministrazione comunale, i bambini sono tornati a popolare i luoghi così a lungo chiusi alla socialità e alla voglia di vivere, di giocare, di scherzare, di ridere che caratterizza la loro giovane età».
Momento atteso ed auspicato dalla stessa Amministrazione Comunale che dopo la straordinaria criticità di questi ultimi mesi, vissuta con un impegno notevole teso ad alleviare i bisogni delle vecchie e nuove povertà, continua nel lento cammino verso la completa riapertura di tutti i servizi programmati e giocoforza sospesi causa il coronavirus.
«Grazie allo straordinario impegno dell’Amministrazione Comunale ripartono con rinnovato slancio le attività ricreative – ci riferisce l’assessore ai servizi sociali, Giuseppe Lombardo – che favoriscono momenti qualificanti di aggregazione sociale tra i minori in difficoltà, e sono tanti, in un contesto difficile come quello catanese. Lo facciamo con i nostri istituti educativi e con i centri di aggregazione giovanile che accolgono complessivamente 700 minori. E’ in corso di aggiornamento il quadro della rete CAG con l’aggiunta di altri 200 titoli sociali con particolare riguardo alla sesta municipalità».
«L’attenzione verso i minori – continua Lombardo – è un impegno a 360 gradi che ricomprende le ordinarie attività di sostegno e quelle straordinarie di supporto alla scuola attraverso le attività di contenimento della dispersione scolastica. Senza dimenticare che con i fondi a valere sul Pon Metro, si arriverà alla creazione di 12 centri di aggregazione territoriale, poli multidisciplinari e multifunzionali per favorire autentici percorsi di inclusione e integrazione».
Riguardo alle prospettive future l’assessore Lombardo lancia messaggi di speranza.
«Allatto del mio insediamento sarebbe stato comodo cancellare con un colpo di penna la realtà degli istituti educativi. Eppure, rendendomi conto dell’alto valore sociale della loro mission, non ho esitato a mantenerne intatta la struttura con il numero inalterato dei minori assistiti. Mi sento di mandare alle famiglie un messaggio di fiducia e di speranza confidando nel mantenimento del servizio la cui riapertura, dopo l’attività estiva, avverrà nei primi giorni di ottobre».