di Don Antonino De Maria
In questo periodo sembra essere aumentato l’uso dei social per mandare catene, benedizioni, candele e palme: pratica che infastidisce molti ma che riempie i telefonini che andrebbero usati per es. per fare una telefonata, fare sentire la propria vicinanza a qualcuno. Ma credendo di raggiungere più persone si finisce per spersonalizzare tutto, anche il sentimento di prossimità e l’affetto.
Si, perché penso che oltre ad una certa faciloneria, c’è una mancanza di riflessione e di concretezza, una certa povertà: mi verrebbe di dire culturale, religiosa ma mi accorgo che sono coinvolte persone che hanno studiato, che hanno ministeri nella chiesa, etc.
Forse dovremmo fare una riflessione più approfondita, sperando che nessuno si offenda.
Voglio affrontare questo tema con un po’ di seria leggerezza partendo da una citazione di Papa Francesco, tratta da una Catechesi del Mercoledì: “La potenza di Dio che irrompe ad Efeso smaschera chi vuole usare il nome di Gesù per compiere esorcismi ma senza avere l’autorità spirituale per farlo (cfr At 19,13-17), e rivela la debolezza delle arti magiche, che vengono abbandonate da un gran numero di persone che scelgono Cristo e abbandonano le arti magiche (cfr At 19,18-19). Un vero capovolgimento per una città, come Efeso, che era un centro famoso per la pratica della magia! Luca sottolinea così l’incompatibilità tra la fede in Cristo e la magia.
Se scegli Cristo non puoi ricorrere al mago: la fede è abbandono fiducioso nelle mani di un Dio affidabile che si fa conoscere non attraverso pratiche occulte ma per rivelazione e con amore gratuito. Forse qualcuno di voi mi dirà: “Ah, sì, questa della magia è una cosa antica: oggi, con la civiltà cristiana questo non succede”.
Ma state attenti! Io vi domando: quanti di voi vanno a farsi fare i tarocchi, quanti di voi vanno a farsi leggere le mani dalle indovine o farsi leggere le carte? Anche oggi nelle grandi città cristiani praticanti fanno a queste cose. E alla domanda: “Ma come mai, se tu credi a Gesù Cristo, vai dal mago, dall’indovina, da tutta questa gente?”, rispondono: “Io credo in Gesù Cristo ma per scaramanzia vado anche da loro”.
Per favore: la magia non è cristiana! Queste cose che si fanno per indovinare il futuro o indovinare tante cose o cambiare situazioni di vita, non sono cristiane. La grazia di Cristo ti porta tutto: prega e affidati al Signore.” (4-12-2019) Questa catechesi vale soprattutto per una specie di benedizione che sta girando che partendo dalla confessione della Trinità promette benefici anche finanziari. Certo che se una benedizione offrisse veramente tali benefici una percentuale andrebbe al datore della benedizione!
Scherzi a parte: la benedizione è un dono spirituale di Dio e la più alta benedizione è Gesù Cristo come dice san Paolo agli Efesini 1. Lo stesso sacerdote quando benedice chiede che il Signore benedica e si fa strumento di questa benedizione. Cerco di sottolinearlo anche con la voce quando alla fine della Messa dico: Vi benedica Dio onnipotente. Lui vi benedica e sia luce sul vostro cammino. Ma Dio non è un bancomat nè oggetto di una magia con la quale lo puoi costringere a forza di formule a fare quello che ti piace. Dio va ascoltato e seguito in Cristo e nello Spirito che guidano la nostra vita ma non ci garantiscono salute amore e finanze. È qualcosa di più serio e chi si fida del Signore lo sperimenta.
Anche quando i genitori benedicevano i figli, soprattutto prima di un evento importante per loro, li affidavano alla misericordia del Padre, pur sapendo, come quando andavano in guerra, che avrebbero potuto non vederli più. Benedirci in questi giorni significa piuttosto riconciliarci con coloro con i quali siamo in litigio, perdonarsi, consolarsi vicendevolmente: e questo non si può fare con una formula, con un messaggino.