di Mons. Salvatore Gristina
Carissimi Fratelli Vescovi, Presbiteri e Diaconi,
Sorelle e Fratelli nel Signore,
Distinte Autorità,
Oggi la Chiesa celebra la Festa di San Matteo apostolo e il Signore ci ha riuniti qui per offrire il Sacrificio Eucaristico per il nostro carissimo Mons. Luigi Bommarito, vescovo e quindi successore degli Apostoli.
Questa coincidenza tra la festa di San Matteo e la messa esequiale di Mons. Bommarito, ci aiuta a comprendere pienamente il tratto distintivo della identità ecclesiale del nostro carissimo defunto. Infatti, il Signore lo ha voluto Suo ministro nella Chiesa nel grado dell’episcopato.
Le indicazioni liturgiche suggeriscono di privilegiare le feste degli apostoli per le ordinazioni episcopali. Monsignor Bommarito è stato ordinato vescovo l’1 giugno 1976, nel giorno del suo 50° compleanno, ma il Signore dispone che gli diamo il nostro saluto oggi nella festa di un Santo Apostolo.
Anche se non lo useremo in questa Celebrazione Eucaristica, è opportuno ed utile ricordare le consolanti affermazioni del Prefazio I degli Apostoli: “Pastore eterno, tu non abbandoni il tuo gregge, ma lo custodisci e proteggi sempre per mezzo dei tuoi Santi Apostoli, e lo conduci attraverso i tempi sotto la guida di coloro che tu stesso hai eletto vicari del tuo Figlio ed hai costituito Pastori”.
Mons. Bommarito è stato chiamato alla vita cristiana ed ha sperimentato l’affetto di predilezione che gli ha riservato Gesù rendendolo partecipe del suo ministero di salvezza anzitutto come presbitero nella Chiesa di Monreale e, successivamente, come vescovo nelle Chiese di Agrigento e Catania, dove alle persone affidate alla sua carità pastorale ha potuto mostrare, concretamente ed egregiamente, che a condurci attraverso i tempi è sempre Lui, il Pastore eterno di cui i vescovi siamo i vicari.
Sono numerose le persone, e noi siamo tra queste, che ringraziamo il Signore per il lungo e generoso servizio nella Chiesa svolto da Mons. Bommarito e che possiamo ben inquadrare nella Parola che abbiamo ascoltato (Ef 4, 1-7.11-13; Mt 9,9-13).
Matteo ci ha riferito le circostanze in cui ha sperimentato la misericordia e l’elezione da parte di Gesù. Ogni chiamata al ministero conserva sempre queste caratteristiche di misericordia da parte del Signore e manifestazione del suo progetto nei riguardi di chi sceglie. L’accettazione della misericordia e del progetto se possono suscitare qualche commento malevolo, sono, soprattutto, occasione di grazia sanante e di luce consolante: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati … Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori”. I mormoratori, perciò, non furono esclusi perché Gesù comandò loro di andare a imparare che cosa vuol dire “Misericordia io voglio e non sacrifici”.
Lo sappiamo bene e per esperienza: la Chiesa è questo perenne sacramento dell’amore misericordioso del Signore. E una tale esperienza la facciamo particolarmente noi vescovi e presbiteri nella Chiesa: proprio perché abbracciati dalla misericordia del Signore, possiamo, nel sacramento della Riconciliazione, offrire agli altri l’abbraccio del Padre che sempre accoglie i figli che ritornano perché hanno nostalgia di Lui e del calore della casa paterna.
Tutti siamo testimoni di come Mons. Bommarito ha svolto questo ministero di misericordia memore, come Paolo, che Dio “ci ha riconciliati con sé mediante Cristo ed ha affidato a noi il ministero della riconciliazione” (2Cor 5, 18).
Nella prima lettura Paolo, “prigioniero a motivo del Signore”, rivolge le sue paterne esortazioni affinché i discepoli di allora e di sempre ci comportiamo in maniera degna della chiamata ricevuta.
Paolo ha sperimentato una chiamata straordinaria, un intervento determinante di amore misericordioso da parte di Gesù. L’incontro con Lui alle porte di Damasco costituì uno spartiacque nella vita di Paolo: ricevuto il battesimo, egli, da persecutore accanito, fu trasformato in apostolo infaticabile.
Paolo desidera per i suoi discepoli lo stesso cambiamento di vita che ci fu in lui a seguito della risposta alla chiamata. Abbiamo ascoltato nella prima lettura cosa significa questa vita nuova. Rileggiamo oggi e spesso questa pagina: è una sintesi stupenda della vita cristiana.
Quanti abbiamo avuto la grazia del sacerdozio ministeriale per essere pastori e maestri, non abbiamo altro da insegnare o da proporre alle persone a noi affidate, rispetto a quello che sottolinea Paolo. E in questo ci collaborano i diaconi, i catechisti e tutte le persone che si dedicano al servizio della Parola.
Unico scopo di questo multiforme servizio nella Chiesa è quello di “preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo”.
La Parola proclamata ed ascoltata ci presenta una Chiesa sacramento dell’amore misericordioso del Padre e tutta ministeriale.
Questa Chiesa ha amato Mons. Bommarito, questa Chiesa ha cercato di far amare e di far crescere ovunque ha svolto il ministero, con l’entusiasmo e con la parola calda ed affascinante che risuona ancora nel nostro cuore.
Per questo noi ringraziamo il Signore che ha costituito Suo ministero Mons. Bommarito. E diciamo un affettuoso grazie a lui. Lo faccio molto volentieri a nome di questa santa assemblea con la certezza che le Chiese di Monreale, Agrigento e Catania non mancheranno di tenere viva memoria di questo amato sacerdote e vescovo. E così, anche per onorare Mons. Bommarito, saremo operosi e fervorosi nel chiedere al Signore di rendere particolarmente ricchi di frutti i tanti semi di bene sparsi abbondantemente nella Chiesa da questo servo generoso e fedele.
Grazie di cuore, fratello e padre, carissimo Mons. Bommarito. Ti pensiamo già nella Casa del Padre, con la Madonna tanto amata in terra, con San Gerlando, Sant’Agata e i Santi da te particolarmente venerati.
D’ora in poi, perciò, possiamo contare anche sulla tua preghiera, affinché il Signore conceda a noi qui presenti e a tutte le persone che ti hanno conosciuto su questa terra, di amarLo e servirLo in questa vita e poi goderLo con te in Paradiso.
Così sia per tutti noi.