Un pubblico numeroso e coinvolto ha accompagnato le tre ore del “Refugees Got Talent”, tra spettacolo e testimonianze, che si è tenuto venerdì scorso in Piazza Università, unico show del genere in tutta Italia dedicato alla Giornata Mondiale del Rifugiato. A vincere il talent – organizzato dalla Rete del Rifugiato, col patrocinio dell’UNHCR (Agenzia ONU per i Rifugiati), del Comune e dell’Arcidiocesi di Catania – è stata la poetessa Hannah Imordi che ha saputo esprimere, con parole semplici e intense, esaltate da una presenza e da una recitazione di grande impatto emozionale, il senso più profondo e doloroso del viaggio e dell’esperienza in una nuova terra. Sul podio anche il cantante Loveth Oluwatobi e il ballerino Soumah Mamadou che ha ottenuto una borsa di studio dal maestro Lino Privitera per un corso di perfezionamento a “L’Opéra”, centro professionale danza di Catania.
A coordinare l’evento, la brillante conduzione di Emanuele Bettino che è stata supportata dalle incursioni tecniche della giuria internazionale, composta dall’attore inglese Douglas Booth (supporter internazionale di UNHCR), dall’attrice e regista Francesca Ferro, dal vocal-coach/musicista Paolo Li Rosi e dal coreografo e regista Lino Privitera.
La seconda edizione dell’appuntamento catanese dedicato alla Giornata Mondiale del Rifugiato è cominciata nel segno della considerazione dell’appartenenza di tutti alla «famiglia umana», un concetto ribadito, a vario titolo, dai saluti iniziali del Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Catania, monsignor Salvatore Genchi, dall’assessore ai servizi sociali del Comune di Catania, Giuseppe Lombardo, dall’Imam della Moschea della Misericordia, Kheit Abdelhafid, e da Padre Gianni Di Gennaro, Centro Astalli.
Poi, via alla gara. Sul palco 13 talenti, i finalisti di questa edizione, che hanno fatto ballare, cantare, emozionare il pubblico presente in piazza e anche i tantissimi che hanno seguito le fasi salienti tramite i social della Rete del Rifugiato. Varietà e qualità hanno ispirato la struttura portante della serata che ha potuto svelare al pubblico i tanti talenti nascosti, stranieri e italiani, della Città: cantanti rap, reggae, ballerini, danzatori, poeti, musicisti.
Momenti di grande spettacolo intervallati dalle storie degli operatori delle associazioni della Rete che lavorano in prima linea nell’accoglienza e dai racconti di rifugiati e migranti, risorse preziose ed essenziali per il tessuto cittadino. Sul palco anche alcune esibizioni artistiche che non hanno partecipato alla gara, tra queste i bambini del Centro Astalli del progetto “La Stanzetta di Emilio” che hanno ballato al ritmo de “L’ombelico del mondo” di Jovanotti.
Don Piero Galvano, direttore della Caritas Diocesana di Catania, una delle associazioni della Rete, ha voluto sottolineare la piena riuscita dell’evento: «I catanesi hanno condiviso e apprezzato, con la loro numerosa e calorosa presenza, le finalità della Giornata Mondiale ed hanno dimostrato, come sempre, l’anima siciliana dell’accoglienza». Per Padre Gianni Di Gennaro, Centro Astalli, è stata «una festa di culture per celebrare la nostra umanità che non ha confini di colore della pelle e di spazi geopolitici».
E il messaggio, confermato dal calore espresso dal pubblico, è arrivato fino al cuore: «Abbiamo voluto far conoscere i rifugiati attraverso le loro ferite e le loro potenzialità – ha spiegato Francesco Patanè, direttore artistico dell’evento –, i loro sogni e le loro speranze: prendersi cura della propria famiglia, avere un lavoro, andare a scuola e avere un posto che si possa chiamare “casa”, cantare o danzare la vita. I cittadini stranieri che vivono e lavorano in Italia sono una ricchezza per questo Paese, dal punto di vista economico, sociale e culturale, così come i milioni di cittadini italiani emigrati nel mondo per cercare lavoro e un futuro migliore hanno contribuito e contribuiscono alla crescita dei Paesi in cui sono stati accolti».
Uno spettacolo speciale per un tema che riguarda tutti: «Il Refugees Got Talent – ha aggiunto Marco Rotunno, ufficio comunicazione UNHCR – è stato qualcosa di più di un normale talent show. Le cose di cui tutti abbiamo bisogno nella vita – la fiducia, l’orgoglio, gli amici, la comunità e la speranza – sono tutte cose che sono state vissute dai finalisti, dal pubblico e da tutte le persone coinvolte» La Rete del Rifugiato è composta da: Centro Astalli Catania, UNHCR (The Un Refugee Agency), Caritas Diocesana di Catania, Comunità Islamica di Sicilia, Croce Rossa Italiana (Comitato di Catania), Ordine Francescano Secolare di Sicilia (OFS), Centro Servizi Volontariato Etneo (CSVE), Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), Ufficio Pastorale Migrantes di Catania, Movimento dei Focolari, Pax Christi Catania, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Istituto San Giuseppe, Consorzio Il Nodo, Cooperativa Prospettiva, Comunità Isole Mauritius, Comunità Sri Lanka, Comunità Sant’Egidio, Africa Unita, Associazione Penelope, Locanda del Samaritano/Missionari Vincenziani Catania.