«Le difficoltà che viviamo ci impongono di dare il meglio di noi stessi, ognuno di noi deve fare il possibile per la nostra città e per il nostro territorio».
L’Arcivescovo di Catania, Mons Salvatore Gristina, chiama la città ad un “Patto di corresponsabilità”. Dopo la presentazione, in occasione della Pasqua appena trascorsa, del documento “Voi restate in città”, la chiesa catanese passa dalle parole ai fatti. Mons. Gristina ha invitato i rappresentanti del mondo produttivo, sindacale, delle cooperative e delle associazioni ad un confronto con le istituzioni.
Lo scopo è quello di aprire un dialogo costante per trovare soluzioni e proposte da realizzare in sinergia con l’amministrazione comunale, per dare una risposta concreta alla crisi che continua ad attanagliare il nostro territorio, aggravata dal dissesto finanziario di Palazzo degli elefanti.
Molti hanno risposto all’appello dell’Arciescovo. Il sindaco di Catania Salvo Pogliese ha fatto un quadro dettagliato della difficile situazione che la città sta attraversando, facendo notare ed avvertendo che se il governo nazionale non si dovesse mobilitare, una vera e propria bomba sociale potrebbe esplodere in città.
«Certamente questo è un momento –ha sottolineato Mons. Gristina– che viviamo insieme, un buon auspicio per questo patto di corresponsabilità che vogliamo incoraggiare. Un momento che ci deve vedere uniti, con le nostre competenze e capacità, con le nostre professionalità, per un impegno comune. Questo incontro va letto in prospettiva di un’azione sinergica per la costruzione di una rete solidale da realizzare col contributo di tutti».
Nel corso dell’incontro moderato dal giornalista Giuseppe Di Fazio, diversi gli interventi e molteplici le proposte dopo svariate analisi del contesto attuale da parte dei rappresentanti sindacali, di categoria e del mondo delle associazioni, che hanno voluto concorrere alla discussione, indicando criticità e priorità da considerare: Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania; Enza Meli, segretaria generale della Uil di Catania; Giovanni Musumeci, segretario dell’Ugl di Catania; Gaetano Mancini, presidente regionale di Confcooperative Sicilia; Dino Barbarossa, presidente della Fondazione Ebbene; rappresentanti dell’Ance; amministratori locali ecc.
«Il dissesto inciderà sulla vita quotidiana di tutti – ha evidenziato il prof. Agatino Cariola, docente dell’Università di Catania, relatore che ha approfondito il documento “Voi restate in città” – ma uno dei problemi più gravi è il progressivo degrado della classe dirigente e una progressiva fuga di “cervelli” dal nostro territorio. Otto diciottenni su dieci immaginano il loro futuro fuori dalla Sicilia. La fuga dei giovani dall’Italia e dal Sud è più preoccupante del problema dell’immigrazione perché toglie il futuro a questo territorio. Per questo il messaggio che invita a restare in città è attuale e al centro della nostra attenzione».
È stato soltanto un primo momento di incontro e dialogo. Altri ne seguiranno, su input della Diocesi di Catania che considera fondamentale il contributo di impegno per il momento storico e sociale che vive Catania.